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Thailandia, Viaggi

Porno Paradise e ritorno – Pattaya e Bangkok

Pattaya. Credo che i sogni porno di un ragazzo di 17 anni siano più o meno così: mare (brutto), discoteche, go-go girls vestite da hostess/infermierine/studentesse monelle, fiumi di birra e sesso facile.

Pattaya, è questo. Poco di piú (shopping mall da panico, bellissimi), niente di meno. Dopo un giro perlustrativo e un pranzo all’interno del centro commerciale con una meravigliosa zuppa Tom Yum e altre schifezze a cui non riesco a resistere abbiamo aspettato la sera. Il delirio. Ma sul serio. La walking road è un imbarazzante ammasso di luci psichedeliche, bar con birra a bassissimo costo, teenager seminude che scodinzolano sui banconi e si strusciano su vecchi panzoni. Ogni cinque metri mi fermava un ragazzo o una ragazza (o una distinta signora cinquantenne) con in mano un foglio plastificato scritto in russo (solo dopo me lo giravano in inglese) con tutti gli show (in cui le ragazze reinventano l’uso di alcuni oggetti di uso comune…) acquistabili per cifre modiche. Nell’ordine ricordo: palline da ping pong, lamette da barba, bottiglie, mani di amichette per un doppio piacere. I disegnini esplicativi erano probabilmente per tutte quelle categorie che non capivano né il russo nè l’inglese. Ma focalizziamo il punto. Di fronte a una coppia di giovani devo capire perchè puntassero tutti verso di me. Ho la faccia da pervertita? Lesbica? Sembro un transessuale a cui comunque piacciono le donne? O semplicemente funziona la formula “convinci lei per per convincere lui”? Non lo so e credo non lo sapró mai. Ma non penso mi crucceró più di un tanto…

Ah, a proposito di transessuali, credo sia la moda del momento! Ce ne sono ovunque e sono per tutti i gusti e tutti i palati: maschi solo vestiti da donna con tanto di baffetti e peli sulle braccia, ragazze splendide ma con una voce da baritono, drag queen… Di tutto.527921_10151395709553327_1007282063_n

Gli approcci, poi, sono un’arte da imparare: ho assistito a una scena splendida in cui una ragazza (ragazzo?) sculettante ha avvicinato un tipo russo che in un primo momento l’ha allontanata ma appena lei si è strusciata su di lui e ha fatto vedere due centimetri in più di pelle oltre al suo giá striminzito costume è caduto come in trance inseguendo quel tonico sedere per una rampa di scale. Come si suol dire tira più…

E poi le signore che ti vendono le rose, quelli che per 100 bath ti lasciano fare le foto con la scimmietta (2,5 euro… per chi non è mai stato in Thailandia specifico che si puó tranquillamente cenare con 50/60bath quindi,100bath sono una follia!), i vecchi che si incrociano e si salutano come in bocciofila (si, beccati proprio tre pensionati italiani che si accordavano sul da farsi e “ma vai già a casa?” era l’argomentazione di fondo), le prostitute cinquantenni, gente che dorme sdraiata per strada senza nulla addosso, figuriamoci da mangiare. Realtà fittizie per target di basso livello. Non faccio la moralista (soprattutto perché danno via del loro e non del mio), ma quando guardavo settantenni approcciarsi a transessuali di vent’anni mi veniva un certo voltastomaco. Se sapessi che mio nonno va a svernare a Pattaya lo farei internare prima della partenza e cambierei cognome. Eppure c’è pieno.

E un giro a Pattaya bisogna comunque farcelo perchè è una realtà parallela che va vista, va vissuta, bisogna riderci su e amen (no, non mi sono fermata a vedere un ping pong show).

Dimenticavo: si sta fortemente sviluppando un mercato per orientali fatto di “solo europee originali”, valkirie biondone pare piacciano a manager annoiati con occhi a mandorla (e non aggiungerei altro).402855_10151396407068327_150389261_n

Siamo tornati a Bangkok sotto una pioggia torrenziale, che a quanto diceva la mia prof di italiano delle superiori, ha sempre un significato di forte purificazione (Manzoni doveva solo mettere un po’ di scena sullo sfondo), e mangiando noodle ho scritto ancora a Dew, anche lei di ritorno da Pattaya dove la sua ditta ha organizzato un super weekend di relazione. Scivolando in piscina si è quasi slogata una caviglia… Mi chiedo che cavolo di giochi facciano per far stringere le amicizie tra colleghi e se l’ispirazione la prendano da “mai dire Banzaaai”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La serata la passiamo in un favoloso centro commerciale ipertecnologico e di recente apertura: il terminal 21. Amazing! Una decina di piani, ogni piano é spettacolarmente a tema a seconda della città e i negozi ovviamente rispecchiano le cittá : Tokio (fighissimo e super moderno), Parigi (romantico e très chic), Roma (con statue e colonnati), Istanbul (decorata con mille luci e lampade di vetro) e così via. Un colpo d’occhio pazzesco e ovviamente un casino di gente. La cena si è divisa tra un localino dove facevano cibo piccantissimo (dove ho mangiato la mia amata morning glory fritta… deliziosa!) e un ristorante all’aperto, fatto di sedie di plastica, tovaglie di plastica, piatti di plastica e il miglior cibo thai che mi sia mai capitato davanti, il Suda (si, il nome per un italiano non è per nulla invitante ma pare che in thai sia un nome di donna). Green curry in latte di cocco, pollo arrostito nelle foglie di palma, mango e riso cotto nel latte di cocco: sono solo alcune delle infinite portate che avrei continuato a mangiare se solo avessi avuto più spazio o due stomaci come le mucche.

Il giorno seguente l’abbiamo passato cercando di aggiustare lo schermo dell’iPhone dentro uno degli shopping mall più famosi di Bangkok, l’MBK, dove vendono di tutto e molto di più. Il quarto piano è tutto dedicato alla telefonia, iPhone e relativa oggettistica OVUNQUE, ci sono interi negozi di cover di pessimo gusto, con pacchianissimi brillantoni, montagne di strass, fiori e enormi Hello Kitty applicati. Non riesco a capire come si riesce ad arrivare al telefono con un contorno del genere. Ma i thai sono così smiley che va bene tutto. Truzzate incluse.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal profano al sacro, dall’idiota all’acculturato, siamo andati a vedere una casa tradizionale di un ex primo ministro. Delicata, puro stile thai, un tripudio di teak. Alla fine sbirciando negli angoli, tra futuristiche stazioni dello skytrain e grattacieli si trovano delle vere perle. E poi lo zoo. Era domenica e quindi il giorno perfetto dove famiglie con bambini si riversano nel fiume artificiale per farsi un’escursione sul romantico pedalò, ascoltare un po’ di buon rock per bambini e dare da mangiare ai piccoli thai che crescono. Si, anche qui i luoghi di incontro sono lo specchio della società e anche qui benessere significa bamboni, non bambini. Simpatiche palline con gli occhi a mandorla, che con le guance piene sembrano ancora più piccoli. Nel sud est asiatico pensavo fossero magri così solo per costituzione (ma a quanto pare la costituzione si puó riempire…).

Il viaggio di ritorno dallo zoo allo skytrain abbiamo avuto la fortuna di farlo con un taxista palesemente ubriaco che ha cominciato a fare il clacson, mimare le luci con le mani, farci grandiose battutone (pare) in thai che lo facevano veramente molto ridere. Io ero nel panico. Ma proprio quel panico duro. Per farmela passare ho deciso di riempirmi la pancia, nello stesso fantastico posto della sera precedente, mangiando quel maledetto pollo nelle foglie di palma che mi ha creato un’istantanea dipendenza. Un dettaglio che mi è rimasto dentro, dalle tinte forti come un piatto thai, è stato il gesto di una signora che lavorava nel ristorante, che ha visto che mi grattavo la spalla per alcuni morsi di non so che bestiaccia: li ha guardati, e dopo poco mi sono ritrovata con lei che mi spalmava un unguento calmante sulle punture. Dolce, il gesto giusto per salutare questo straordinario paese, fatto di sacralità e contraddizioni, conosciuto come il paese del sorriso ma che conosce fin troppo bene la povertà e l’essere in balia della natura. Amo la Thailandia per mille motivi: il cibo, i templi, il mare, le persone. È Thailandia, un paese che farò sempre fatica a comprendere ma dove non farò mai fatica a tornare.

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8 Comments

  • Reply andreainthailandia

    approdo per caso a questo post dedicato alla descrizione fantallucinata del posto meno thai della Thailandia 🙂

    Eppure esiste e la gioca da padrona nella scena turistica di questo splendido paese…

    Una nota sul transessualismo in Thailandia: altro che moda del momento… si tratta di una realtà che per fortuna va ben oltre le prostitute di PatPong o Pattaya. Ho amiche (ex amici) che fanno nell’ordine la farmacista, la segretaria di una multinazionale, la grafica pubblicitaria, la marketing product manager e la cantante … siamo nel 2556… avanti 😉

    Comunque, complimenti per il blog

    19 Marzo 2013 at 6:51
    • Reply Paola_scusateiovado

      Ciao Andrea 🙂 ALla fine abbiamo scelto di vedere Pattaya per vedere tutti gli aspetti di questo paese pazzesco… L’ho vissuto e l’ho amato per la natura, il cibo, la gente e non volevo far finta di non vedere che c’è anche questo 🙂 Come moda intendevo il fatto che adesso la clientela mi sembrava molto più interessata a quello che al resto..Ma tu adesso sei là?

      20 Marzo 2013 at 10:36
      • Reply andreainthailandia

        …a Pattaya? No, grazie! In Thailandia? Si… ci vivo da 5 anni 🙂

        5 Aprile 2013 at 8:58
  • Reply SARA MONDELLI

    Ciao Pla!!
    ma cos’è la morning glory fritta???

    7 Maggio 2013 at 16:03
    • Reply Paola_scusateiovado

      Monde! Che bello che mi leggi… Allora, la Morning Glory (oltre ad essere una delle cose che ADORO e che sono totalmente introvabili nel nostro continente) è una specie di spinacio col gambo croccante che in Asia cucinano in tutte le maniere. Se cerchi su Google “morning Glory Spinach” la trovi. Buonissima. I semi per piantarli introvabili (“piantano le piante”… O almeno questo è quello che mi ha detto un fioraio di Bangkok!)…se vai da quelle parti, ingozzati!

      7 Maggio 2013 at 20:52
      • Reply SARA MONDELLI

        …non mancherò sicuramente!!!….

        8 Maggio 2013 at 15:23
  • Reply manuelavitulli

    Ahahaha ma tu mi fai morire!!! 😀
    A pat pong mi è capitata la stessa cosa (Andrea testimone): di fronte ad un gruppo formato da 3 ragazzi ed una ragazza (io) si dirigevano verso di me. Perchè???
    Avrò davvero la faccia di una pervertita?
    A questo punto deduco fortemente che sia semplicemente il loro modo di “vendere”.
    Oppure ho davvero la faccia di una pervertita 😀

    12 Ottobre 2013 at 12:46
  • Rispondi a manuelavitulli Cancel Reply