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Irlanda, Viaggi

Connemara, Mayo, Westport, Kylemore Abbey: sì, we are born to run

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Farò outing. Anche su questo. Io sarò anche coinvolgente nello scrivere, dettagliata nei racconti, attenta a stimolare tutti e 5 i sensi ma non chiedetemi una cosa. Non fatemi guardare le cartine. Non sono in grado,tutto il mio impegno l’ho messo nel muovermi in Cambogia da sola e dopo quello mi sono affidata al 110% al senso dell’orientamento e alle mappe mentali del santo (il mio ragazzo) che è sempre in viaggio con me (o è lui che mi porta in viaggio con sè?). Questa premessa perché? Ovviamente per introdurre informazioni dettagliate su strade e zone che, no, non sono farina del mio sacco.
Sbarcati dal traghetto prendiamo la Furnace Road verso nord ed entriamo nel Connemara. A Maam Cross prendiamo la N59 verso ovest e dopo Recess svoltiamo verso nord entrando nella Lough Inagh Valley (che prende il nome dal lago – dove ci siamo fermati e c’era il gatto morto).
Leggo e rileggo queste indicazioni e mi viene troppo da ridere perchè ricordare “dove ci siamo fermati e c’era il gatto morto” è veramente folle, ma in effetti l’unico modo per farmi capire bene “dove eravamo dislocati in quel momento”.
IMG_4262 (Custom)Il Connemara è una regione dell’Irlanda occidentale nella contea di Galway, caratterizzata per i paesaggi selvaggi e incontaminati, che alternano colline verdi, laghetti, paesaggi ricoperti da coltri di nebbia morbida e poi strada. Anche in Irlanda ci sono le scenic Byway (se così si possono chiamare), che si snodano tra paesaggi suggestivi che, anche in autunno, alternano tinte di verde  che lasciano a bocca aperta. Se state male in macchina vi consiglio di munirvi di cracker, xamamina e sedervi davanti perchè… beh, diciamo che la strada è impegnativa.
Arriviamo fino al Kylemore Lough dove vediamo la Kylemore Abbey. Proseguiamo per Clog e poi per la R335 fino a Louisburgh e poi ci fermiamo a Westport dove c’è il mercato alimentare. Poi andiamo a Sligo, prendiamo posto al B&B.
IMG_4159 (Custom)Strada strada e strada, curve e nuvole per arrivare alla Kylemore Abbey una grandiosa abbazia che attualmente ospita un collegio femminile, ma che ha alle spalle una strana e travagliata storia di lutti e vendite e ora è in mano ai benedettini. Gente che ci sa fare, a quanto pare. Il costo per entrare è di 12,50€, niente di economico però se si pensa che include tutto (entrata a  Kylemore Estate, Restored Rooms of the Abbey, Gothic Church, Woodland & Lakeshore Walks, Victorian Walled Garden, Shuttle Bus to Walled Garden, Guided Tours, Audio Visual Show & Exhibitions), non è neanche troppo caro.
La location ha davvero qualcosa di magico e affascinante, la struttura sembra incastrata nella montagna e ha il fascino di riflettersi nelle acque profonde del lago… E poi vento, anche qui, tanto vento.
Cediamo il passo ai pullman e facciamo le foto da lontano, perchè, a quanto pare a nessuno dei 5 interessa vedere l’interno dell’abbazia, e credo che il motivo su cui si basa la mancata visita sia legato principalmente alla mancanza di produzione di birra da parte dei monaci… e in fondo, sono d’accordo anch’io.
Anche perchè accanto al bellissimo shop (si, sembra incredibile detto da me, ma lo shop era davvero fighissimo, e vendeva dalle sciarpe di lana morbidona alle marmellate fatte a mano, ma tutto con un certo stile, ammettiamolo) c’era anche il self-service, al cui ingresso troneggiavano montagne di scones e muffin, oltre a crumble caldi di lamponi e crema vaniglia. Quanto sono banalmente facile da convincere! Quindi, pranzo a base di dolci (e zuppe, immancabili) e poi ripartiamo in direzione Louisburgh. Allora, io non mi ricordo benissimo le meraviglie di questo paesino, e quindi ho fatto una ricerca su internet, ma tutto quello che ho trovato nel sito principale della città, sono dei filmati di nerboruti irlandesi vestiti da da donna che ballano qualcosa, che, a quanto pare, rientra nella categoria “balli tradizionali”. O la loro parlata misto gaelica non mi ha lasciato capire tutte le sfumature di un invito alla conversione al mondo transgender. Ballerini a parte quello che mi colpisce di più è vedere tutte queste cittadine totalmente tappezzate di manifesti che sostengono o il Mayo o il Donegal. In che sport non l’ho ancora capito poi molto bene. Football irlandese, credo. La cosa che mi stupisce è che wikipedia riporta “semi professional football club”… mi chiedo quindi a che livello possono arrivare per i club più grossi. Comunque sia la realtà calcistica e di tifoseria è veramente forte, per le piazze passeggino signore di una certa età vestite in stile carnevalesco con cappelli piumati e gonne del colore della squadra: tanto per capirci e per sottolineare che qui, il tifo, non è solo una cosa da invasati nazi.
Dopo un rapido giretto e un tè caldo take away, giriamo la macchina verso Westport, dove ci aspetta una piacevole sorpresa… Una fiera alimentare!
IMG_4192 (Custom)La città (terza in ordine di grandezza nella contea di Mayo) è davvero una chicca, con la sua passeggiata, i negozi old style e un tocco personalizzato fatto, chiaramente, dalle persone. Frugando qua e là su internet ho scoperto che la Westport (in gaelico Cathair na Mart cioè “città del bue”) non può vantare episodi storici antichi o importanti, per il semplice fatto che fu completamente costruita come planned town (“città pianificata”) nel 1780, quando l’originale villaggio di Cathair na Mart fu spostato dalla famiglia Brown nell’attuale sito. Curioso che si parli di pianificata e spostata. Ma vista la location in cui l’hanno piazzata credo che avessero i  loro buoni motivi per spostarla qui: affacciata sulla Baia di Clew, famosa per essere costellata di piccole isolette, coltivate e abitate e non lontana da Croagh Patrick (in gaelico Cruach Phádraig), conosciuta localmente anche come The Reek, ed è  la montagna sacra degli irlandesi.
IMG_4213 (Custom)Digressioni a parte siamo capitati in un sabato in cui tutto era allestito per degustare le meraviglie locali, alla modica cifra di 2 euro per assaggio, il Westport food Festival mi ha fatto scoprire la meraviglia della zuppa di carote e zenzero, e non ho chiesto quella salsiccia appoggiata sulla montagna di purè solo perchè il simpatico signore che le serviva mi sembrava un po’ strano e ambiguo. Cozze, zuppe, risotti strani e couscous reinventati… curioso, ben organizzato, ero incuriosita a provare i vini ma non volevo passare ancora una volta per l’ubriacona della situazione visto che erano le 15:30, anche se dopo aver preso in mano bicchieri di vino alle nove del mattino nella Sonoma Valley non mi rende poi molto credibile.
Non avendo prenotato il B&B dobbiamo incamminarci verso Sligo, la città che viene definita spesso come Northern gateway (Crocevia del nord) per la sua posizione strategica e di passaggio obbligato per chi si dirige a nord nel Donegal e noi, avendo prenotato l’hotel a Portrush (dove, si paga in pound e non godono poi tanto gli irlandesi “di sotto”), dobbiamo passarci. Ci fermiamo in una bella villetta lungo la strada, in cui ci accoglie un’altra esagitata signora dai pomelli rossi che ogni volta che entro/esco dalla porta mi dice di stare attenta al gradino, e cominicio a credere che essere su di giri sia una caratteristica che devi avere per avere la licenza di B&B. Ma i letti puliti e morbidi e il bollitore in camera mi fanno passare oltre il suo ossessivo “watch the step” in secondo piano.
Foto al Benbulben e facciamo il tramonto a Rosses Point. Cena all’Hargadon Pub.
IMG_4310 (Custom)Molto bello, affascinante, suggestivo. Un freddo cane. Sono scesa un po’ dalla macchina, tanto bastava per guardare dei folli che facevano il bagno in mare, ma non con la muta, con dei simpaticissimi e floreali pantaloncini da mare. Io sono freddolosa, ma questi son pazzi.
Ma detta così sembra che la gente stesse facendo il bagno a Benbulben. In realtà questo nome che ricorda tanto i teletubbies è un grandioso promontorio (altura o addirittura montagna per l’incredibile colpo d’occhio che ha sbucando poco lontano dalla riva), che lascia veramente a bocca aperta per la maestosità e, a quanto pare, ancora più sbalorditi si rimane scoprendo che è intriso di magia e mitologia, oltre che fonte di ispirazione per  il poeta William Butler Yeats, così legato al luogo da farcisi seppellire (più precisamente a Drumcliff, ai piedi del monte, dove si trova il monumento commemorativo).
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Giretto nella città di Sligo e cena in un pub storico, l’Hargadon Pub, dove non ho resistito, e mi sono buttata su un tagliere di formaggi… che meraviglia da abbinare a una Guinness spillata a dovere.
Giornata piena, giornata intensa che non poteva finire che così, tutti insieme, con davanti una birra e i pomelli rossi dallo sbalzo di temperatura. Non l’avrei scelta l’Irlanda come meta, ma devo ammettere che è un’ottima fonte di ispirazione. Fascino, tradizione, diversità. Mi piace.
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2 Comments

  • Reply architectour

    la Kylemore Abbey é una delle abbazie piu belle che abbia mai visto. Agosto 99, laurea fresca in tasca con 110 e lode. All´improvviso smise di piovere, il cielo era perlato e il lago color argento, finalmente la vedemmo. Un bellisismo ricordo.

    22 Novembre 2012 at 22:39
    • Reply paolannoni

      in effetti sia il contesto che l’abbazia sono da togliere il fiato!

      27 Novembre 2012 at 13:06

    Rispondi a paolannoni Cancel Reply