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Consigli di viaggio, India

Primi passi al Kumbh Mela

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Mai stati vicino a un alveare? Il ronzio spaventoso e incalzante che ti circonda, il rumore denso, basso che si sente prima nella pancia e poi nelle orecchie. Ecco, benvenuti al Grande Kumbh Mela!

Per arrivare ad Allahabad sono state le più lunghe 6 ore di auto della mia vita. Erano solo 250 km di strada ma quasi tutti su strade sterrate, sconnesse e piene di profonde buche e quando asfaltate lo erano così male che sembrava che il cemento lo avessero fatto cadere per sbaglio da un camion. Allahabad è uno dei 4 posti in cui si tiene ogni 3 anni il Kumbh mela e ogni 12 il Maha Kumbh Mela e cioè il più grande raduno religioso del pianeta. Traduzione: circa 20 milioni di persone (inclusi i sadhu , gli asceti che girano col battacchio al vento) tendenzialmente di religione induista si ritrovano per pregare e per fare il bagno nel Gange. E’ sconvolgente.

Arriviamo al campo tendato incredibilmente organizzato, le tende hanno il bagno in camera (e qui intendo water, lavandino e doccia calda) e il cibo te lo servono in abbondanza. Salutiamo Dave-ti-abbiamo-lasciato-una-fortuna-di-mancia-ma-era-meritata e ci riposiamo un’oretta dalle vibrazioni e dalle buche violente che ci hanno martoriato per ore, e poi siamo partiti con la guida per la prima visita esplorativa.

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E non c’è altro da dire. Puoi solo rimanere a bocca spalancata davanti al più grande spettacolo umano che ti si può aprire davanti agli occhi. Il ragazzo che ci sta portando in giro tra le tende (molto diverse dalle nostre… il che significa due pali un telo e della paglia con un fuoco acceso nel mezzo) ci spiega rituali e tradizioni, e io mi domando come riesca a rimanere così perfettamente pulita la sua camicina azzurra. La polvere e il fumo sono insopportabili ma i personaggi da fotografare sono talmente incredibili e strani che si sopporterebbe di tutto.

Il campo è enorme, se non c’è qualcuno che ti spiega a grandi linee come sei girato su quella terribile mappa che ti consegnano all’arrivo… beh, non è difficile perdersi in 5o km quadrati.

IMG_1339La zona dei Sadhu è senza dubbio la migliore da fotografare: un campo tendato in cui puoi vedere davvero di tutto…

Prima di tutto i Sadhu sono nudi (i Naga, che appunto significa”nudo”) e quindi come donna era un po’ strano vedere questo “effetto spogliatoio”… cioè. non è che non ho mai visto un uomo nudo, ma devo ammettere che è un po’ strano vederne centinaia che ti parlano con una certa nonchalance come se non fossero lì con dei fiorellini intorno al gingillo completamente svestiti. Ho visto gente in piedi da anni, quello con un braccio sollevato da quando era bambino, quello con le unghie lunghissime, l’arto scheletrico. E poi tutti che allegramente si fumano cilum, canne e quant’altro. Così, in allegria. E la pietra che galleggia, il fumo che ti avvolge, le donne che ti osservano, le mani che ti toccano e ti tirano, tutti che ti si piantano davanti con il cellulare per scattarti le foto a due centimetri di distanza. E’ un continuo violento susseguirsi di strane emozioni, di cose mai viste.

Parliamoci chiaro, in India davvero si possono vedere e vivere cose mai viste. Nel bene e nel male. Dai lebbrosi con le ferite aperte che colano sangue a donne che ti baciano e ti prendono per mano con una dolcezza inaudita, ti fissano negli occhi, con un semplice sguardo ti mettono a disagio, in imbarazzo e allo stesso tempo in pace col mondo. Perchè questo è quello che io continuo a non capire dell’India. Qui tutti vivono maledettamente alla giornata con un’intrinseco menefreghismo e riuscendo lo stesso a mantenere una leggerezza e un’armonia col mondo che mi fa personalmente piuttosto incazzare. Credo sia solo invidia, la mia.

563011_10151765922873327_1181647332_nAbbiamo camminato per chilometri (non è una metafora, 10km buoni a piedi per il campo ce li siamo fatti) per poi trovarci sulla riva del Gange, di notte, con il Kumbh Mela che illuminava il buio con una calda luce arancione. Una “mother Ganga” calma, piatta, senza barche. Sembrava riposare.

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Ecco, dimenticatevi per un attimo la poesia di quanto appena scritto. Perchè noi dovevamo essere dalla fottutissima altra parte del fiume e non potevamo passare. Alla sera il grande fiume non è navigabile. CI sono pure le guardie a controllare con allegri bastoni di plastica trasparente da darti negli stinchi all’occorrenza. Prego? CIoè, mia simpatica guida che giri da gennaio per il Kumbh Mela mi vuoi veramente venire a dire che non sapevi che non si può attraversare il fiume di sera e che l’unica opzione è quella di rifarci 10km a piedi ritornando sui nostri passi? Ah no, c’è anche l’opzione di aspettare il cambio della guardia, corrompere un barcaiolo con una cifra che potrebbe sostenere 16 famiglie indiane per i prossimi sei anni e tornare in tempi non biblici al campo. Il tutto dopo averci chiesto DIECI EURO a testa in più per ogni ora aggiuntiva di guida. Facendo un paio di conti: il salario medio di un indiano è di circa 50 euro al mese e lui voleva per un’ora… Mhh. Sento puzza di bruciato. per tre ore sarebbero stati 150 euro. Storciamo il naso, gli diciamo di riportarci al campo, si scoccia pure lui. Ci dice qualcosa tipo “beh va beh, datemi un po’ quello che volete” e alla fine noi optiamo di pagarlo come in impiegato qualificato che lavora in Italia. Bastardoni noi? Ehm… direi di no.

IMG_1294Viaggiare tanto (e soprattutto con persone più sgamate di me) mi ha insegnato una cosa: guarda e ficca il naso, osserva.

Quindi, accettiamo di pagare una cifra spropositata (2400 rupie al posto di 400 che sarebbe stato il prezzo regolare… circa 34 euro, da pazzi!) per farci traghettare da questo Caronte scalzo e giovane (oltretutto dobbiamo pagare anche il passaggio per la nostra guida): è assolutamente affascinante, magico ed emozionante, soprattutto perchè credo quella fosse l’unica occasione nella vita di vivere un viaggio del genere. Un po’ da panico perchè credo non si sarebbe accorto nessuno se fossimo andati a picco. Arriviamo sul lato giusto del fiume, la guida ci chiede di dare a lui i soldi da dare al barcaiolo e che avrebbe dovuto dargli anche 400 rupie di mancia. Mi piazzo lì accanto anche se ci fa segno di andare . Nessuno mi vieta di star lì e vedo chiaramente che al barcaiolo dà al massimo 500 rupie. La guida mi nota che lo osservo. Credo fermamente che in quel momento abbia invocato la Dea Kali per farmi carbonizzare.

IMG_1346Gli diamo circa 10 euro e lui dice “un po’ pochino eh?”, non resisto, glielo dico. “Beh, visto che ti sei intascato anche quelli del barcaiolo direi che è abbastanza, tu sei davvero smart, ma io non sono stupida”. Ribatte, dice che non è vero, che in realtà ha dato 400 rupie di tasca sua al barcaiolo. Ed ecco che finalmente posso sfoderare anni di allenamento casalingo di “sguardo fulminante di mia madre” che significa più o meno “non diciamo cazzate, è il caso che stai buono lì se non vuoi un commento carbonizzante”.

Borbotta. Ma non ribatte. Piuttosto chiaro che sapeva cosa stava facendo e gli è andata male. Torniamo indietro e ci buttiamo sulla cena vegetariana per poi infilarci in un letto dalle mille coperte. Pulito, caldo. Ridicolo pensare che il primo letto caldo e pulito e la prima lunga doccia calda li abbiamo trovati in una tenda da campo. Sonno profondissimo, accompagnato da una stanchezza senza precedenti e dalla benedizione di qualche Sadhu. Fanno 50 rupie.

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9 Comments

  • Reply Cabiria

    Finisco di leggere un articolo sul Kumbh Mela e mi arriva una notifica di WordPress col tuo nome sopra, allora sbircio il tuo blog e…se non è karma questo!!!
    Bell’articolo e bel blog, mi piace come scrivi 🙂

    17 Marzo 2013 at 16:15
    • Reply Paola_scusateiovado

      TI stavo per scrivere lo stesso..visto che sto girovagando per il tuo blog! Oltretuttto…Asia&Australia addicted?! Una è la mia droga, l’altro il mio sogno. Bicchiere di vino in mano…ragazza mia, high five! 🙂

      17 Marzo 2013 at 16:30
  • Reply Cabiria

    Asia, Australia e vino…le droghe sono tre!! E la cosa bella è che non si guarisce, per fortuna 😉
    Ma ho come il sospetto che tu mi capisci!

    17 Marzo 2013 at 16:35
  • Reply Paola_scusateiovado

    “terzanista e mccurrysta”…scusa ma di dove sei che ci prendiamo un aperitivo?! Siamo andati al Grande Kumbh mela proprio in quei determinati giorni per cercare di incrociare Steve McCurry! (ovviamente visti i 30 milioni di indiani non siamo riusciti…!)

    17 Marzo 2013 at 16:39
  • Reply Cristina Bonetti

    L’India…. Un sogno che spero di realizzare presto! Bellissime foto e ottimo racconto! 🙂

    18 Marzo 2013 at 23:57
    • Reply Paola_scusateiovado

      Grazie mille… 🙂 Anche io ho desiderato per tantissimo tempo l’India, girandoci spesso “intorno”…e poi viverla così,nel delirio del Kumbh Mela, fantastico! Spero tu riesca a trovare il modo di partire presto 🙂

      20 Marzo 2013 at 10:32

    Rispondi a Paola_scusateiovado Cancel Reply