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Asia, Thailandia

Chiang Rai, Triangolo d’Oro e dintorni. Tutte le informazioni utili

10385483_10153585260408327_8202467205792144671_nPer la prima volta, sulle strade del Sud Est asiatico, siamo in 4: una coppia di amici viaggiatori ci accompagna per un pezzo di strada, per poi volare in Birmania quando non voleremo verso sud, verso il mare. E sono felice, perché stanno calmando la mia paura di viaggiare con gli altri.

Lui un fotografo bravissimo, lei una naturalista che è riuscita a farmi appassionare di foglie, piante e fiori ( e che ha pure un blog diario, ma non lo dice a nessuno… E io tiè, gli faccio pubblicità).

E quindi, dopo una splendida serata a Bangkok con Andrea, Kevin e Dew, ci siamo alzati di buon ora per prendere il primo volo, il primo pezzo di strada: Chiang Rai.
Il post sarà più utile che bello, perché online di post a riguardo non ne ho praticamente trovati.

Siamo volati da Bangkok con air Asia (circa 25€) e in circa un’ora e mezza siamo atterrati nel piccolo aeroporto di Chiang Rai.

Air Asia, sì la compagnia che ha registrato un bel disastro aereo poco tempo fa, a quanto pare per un errore umano.

Niente panico, di regola si viaggia molto bene, oltre che low cost.

Le sfighe succedono.

Il mezzo più comodo di arrivare in città è il taxi (circa 150 bath), e per due giorni alla carinissima Ben guesthouse abbiamo pagato una stanza carina 17,50 € a notte, colazione esclusa.

La cittadina è davvero bruttarella: spoglia disordinata, il night bazaar (mercato notturno) è composto da tante bancarelle con souvenir non memorabili e magliette carine.
La zona del cibo nel night bazaar è decisamente poco invitante: chioschetti che si ripetono e che vendono cibo dal gusto occidentalizzato (involtini primavera e gamberi fritti)… Carino il fatto che facciano spettacoli gratuiti sul palco che troneggia sul piazzale.
Se volete prendere la macchina per visitare i dintorni il mio consiglio è fare una prenotazione online con largo anticipo: noi, sul posto, non l’abbiamo trovata girando più autonoleggi e siamo stati costretti a noleggiare una macchina con autista per una cifra esorbitante (3000 THB) rispetto al costo del noleggio della sola auto (1000 THB al giorno circa).

Prima tappa al tempio bianco a pochi chilometri dalla città. Siamo andati in taxi e il taxista ci ha proposto 200 THB per portarci senza taxi meter, ma come d’abitudine abbiamo chiesto il tassametro e il costo finale era di circa 140THB. Sembrano sciocchezze (60 THB sono circa 1.50€), ma alla fine cono quei soldi puoi tranquillamente prendere un piatto di Pad Thai o una zuppa di noodles e pranzarci. Ovviamente questo è un discorso per chi viaggia davvero al risparmio.

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Il Wat Rong Khun – o tempio bianco – è uno dei siti religiosi più strani e incredibili che mi è capitato di vedere in Thailandia: un tempio, completamente bianco e ricoperto di specchietti per riflettere la luce che già emana questa costruzione decisamente barocca e kitsch.

E’ curioso perché prima di tutto è una costruzione moderna (1997) ed è un omaggio all’attuale re Rama IX.

Allora: se io fossi il re rimarrei un tantinello perplessa. Ok, il bianco per rappresentare la purezza di Buddha, l’acqua e gli specchi che simboleggiano la sua saggezza… Ma tutte le statue in stile manga, cosa dovrebbero rappresentare?

E’ decisamente un posto strano. Oltretutto sono stata sgridata in continuazione.

Prima perché avevo i pantaloni troppo corti, poi perché mi sono fermata troppo nel vialetto d’ingresso, poi perché sono tornata indietro nel vialetto d’ingresso, poi perché stavo entrando con le scarpe (ok, qui ho sbagliato io)… Echeccavolo! Che ansia. Ovviamente tutti e tre i compagni di viaggio ridevano e mi prendevano in giro.

Curioso che accanto allo shop ci siano enormi teche piene zeppe di cose dimenticate: centinaia di custodie per macchine fotografiche, cappelli, chiavi della macchina che qualcuno avrà cercato disperatamente (quelle delle macchine a noleggio soprattutto). Lì, chiuse dietro quel vetro… Ti danno una strana sensazione.

Siamo tornati in città e siamo corsi a mangiare disperatamente qualcosa. La scelta è caduta su un posto chiamato Ja Jaroenchai (ร้าน จ.เจริญชัย) – 400/11-12 Thanon Sanambin Road – segnalato dal miglior blogger di cucina thai sul pianeta terra che vi consiglio alla grande. Dà la paga a Tripadvisor. Ma alla grande proprio.

Questo ragazzo mezzo thailandese vi regala un piccola guida e se volete poi per pochi dollari potete acquistare la guida completa ai ristoranti sparpagliati per la Thailandia. E’ fantastico perché traduce tutto (se volete provare qualcosa che vi ispira nelle sue foto e non sapete come fare, basta mostrare il piatto o la scritta in thailandese), mette video deliziosi dei suoi post, e i locali/ristorante che sceglie sono tendenzialmente quello che cerchiamo noi: molto buoni e molto economici.

Quindi: bravo Mark, ottimo lavoro. Comprategli la guida.

Parentesi a parte.

Continuiamo il giro serale con ancora un buco nello stomaco, un buco che ci siamo volontariamente tenuti per il night Bazaar, che ha una zona di bancarelle in cui si può trovare un po’ di tutto, ma soprattutto cibo occidentalizzato: gamberetti fritti, pad thai insapore, involtini primavera. Come un ristorante per stranieri spezzettato su banchetti tutti uguali. Tutto il mercato è un po’ deludente a dir la verità. Turistico e un po’ triste.

Carini gli spettacoli sul palco che guarda al piazzale dove tutti sono intenti a mangiare.

Il giorno dopo il nostro driver ci viene a prendere quasi puntuale.

Prima tappa, Wat Chedi Luang, delle rovine di un tempio di cui non sono sicuri della data di costruzione. E’ in restauro, un po’ spoglio… Niente di che, diciamolo.

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Voliamo subito verso Wat Phra That Pha Ngao, un altro delizioso complesso di templi (nel villaggio di Sop Kham) che ha la particolarità di dare una buona visuale panoramica sul Mekong: dall’altra parte il Laos.

Scendiamo un pochino e ci dirigiamo a Sop Ruak, mitologico punto di incontro Tra i due fiumi (Ruak o Mae Sai e il celebre Mekong) e tre terre: Birmania, Laos e Thailandia: il celeberrimo Triangolo d’Oro.10940549_10153585525493327_2435447292891226661_n

10929568_10153585526928327_343744603916831194_nAllora: non è che io mi aspettassi una confluenza di energie con tanto di spettacolo pirotecnico, ma quando si parla di questa zona sembra sempre qualcosa di più di un cartello che segnala il posto in cui sei con annesso Buddha bruttarello.

Ecco, questo è il mio problema più grosso: ho sempre aspettative ALTISSIME.

E come al solito ci rimango male. Ho annusato aria di Birmania e di Laos, preso un caffè, fatto pipì pagando 5 bath. E siamo risaliti sul pulmino.

La tappa successiva è la Hall of Opium (nord di Chiang Saen città di Chiang Rai Province), il risultato dell’iniziativa della Fondazione Mae Fah Luang che mette in luce i diversi aspetti di questa droga tra cui la storia, l’impatto sulla popolazione ed il mercato. Lo spazio espositivo è enorme (quasi 6000 metri quadrati, più di un campo da calcio) e ben strutturato: moderno, con didascalie in inglese, ha diverse ricostruzioni come una delle sale da oppio.

L’unico neo è… Che c’eravamo praticamente solo noi. Il biglietto è piuttosto caro (circa 5 € a testa, che per un occidentale sono un biglietto normale, per un Thai sono una cifra assurda… Ma non so se i Thai pagavano un prezzo diverso), ma comunque abbordabile. Io non me lo sarei perso.

Tutti in macchina e si vola in un posto consigliatissimo da Andrea in Thailandia, la villa reale e il giardino di Mae Fah Luang, chalet tipico svizzero che “sboccia” sulle montagne thailandesi, costruito per il soggiorno della regina madre (la madre dell’attuale re, che però non è mai stata regina e che essendo decisamente molto amata è sempre stata chiamata affettuosamente con questo nome, Mae Fah Luang, he significa “madre regalo del cielo”) e adesso, museo e centro culturale.

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Rimango sempre stupita guardando il modo in cui i thailandesi divinizzano i componenti della famiglia reale: oltre a dipinti e gigantografie sparse per ogni angolo del territorio nazionale,  c’è proprio un amore che potrebbe essere paragonato a quello per una divinità pagana.

Tornando allo chalet… La deliziosa costruzione in legno che domina la collina fiorita (nei giardini c’è un’enorme e splendida serie di orchidee che da questa parte del mondo morirebbero solo al pensiero di essere coltivate), è in parte aperta al pubblico e visitabile con pochi bath (circa due euro), ed è curiosa soprattutto per l’audioguida: nelle vetrinette ricordi della vita di una donna decisamente instancabile. A quanto pare dipingeva, scriveva, faceva l’uncinetto e qualsiasi attività possibile ed immaginabile per una donna di 90 anni.

La parte interessante però, è che la principessa Srinagarindra è fondatrice e promotrice del progetto “Doi tung Development Project” che ha come obbiettivo la riqualificazione e lo sviluppo delle popolazioni più povere della zona, che hanno basato tutta la loro sopravvivenza sulla coltivazione del papavero da oppio (e quindi del suo prodotto finale, l’eroina), che hanno con tutte le forze cercato di estirpare in tutte le zone.

Mi è venuto in mente una frase detta dalla mia insegnante di storia alle superiori parlando delle industrie trasformate in fabbriche di armi durante la seconda guerra mondiale, e dell’impegno in tale senso. E mi era rimasto ben impresso il suo “non è che una fabbrica di calzini, cambia lo stampo e stampa fucili”.

E così qui.

Se per generazioni uno popolo ha sempre coltivato solo papaveri da oppio, facendola diventare un’arte tramandata di padre in figlio, quanto può essere stato violento l’impatto del governo che  arriva, ti rasa al suolo il tuo campo di papaveri e ti dice “da domani, tiri su rape e pomodori, è per il tuo bene, e se coltivi ancora papaveri sono cazzi”. Uno shock notevole, ma fortunatamente fortemente voluto e che sta dando i suoi frutti.

Artigianato e prodotti della coltivazione stanno diventando il cuore della parte thailandese del Triangolo d’Oro. Fiori e fragole da esportare ovunque in comode cassette da fruttivendolo.

Ultima tappa della giornata, Mae Salong, un piccolo paesino cinese, base di circa 14.000 cinesi del Kuomintag (partito nazionalista cinese  che aveva come obbiettivo la riconquista della Cina di Mao, ma vista la non riuscita del progetto, si sono rifugiati in Thailandia a trafficare eroina e a fare da supporto al governo thai per la lotta al comunismo) che vivono ancora secondo gli antichi usi cinesi.10953214_10153585524973327_8876963650389624838_n

10612795_10153585529713327_3985670904016054572_nTutta la collina ( chiamata anche Santkhiri, “collina della pace”), è ricoperta da cespugli di the, e il paesaggio è davvero stupendo.

Una piccola nota va fatta: avete mai visto un cespuglio di the?

Sembra proprio un cespuglio da siepe che non ha sto profumo che ci si può immaginare, a meno che tu non rompa tra le mani una foglia, e qualcosa magari senti.

E quindi, chi sarà stato il primo a dire “proviamo a metterlo a bollire?” dev’essere stato davvero un genio.

10945005_10153585530968327_71165907785516759_nDa ricordare il momento nel paesino, quando per la prima volta mi son mangiata un verme del bamboo.

Sì, dopo una quantità infinita di giorni passati in Asia e tante foto fatte alle bancarelle di insetti, per la prima volta una gentile ragazza me l’ha letteralmente messo in mano, mi ha detto “prova” e… Beh, non potevo proprio rifiutare.

Ho fatto un video, lei, rideva.

Il video lo potete trovare qui.

La sensazione è stata strana e quelle zampette secche mi si sono un po’ incastrate in gola, ma diciamocela, non sapeva proprio di nulla, a parte un retrogustino indefinibile. Tipo mangiarsi una paglia. Ma forse per sentirne davvero il sapore avrei dovuto mangiarne una manciata. E ho preferito evitare.

Un lungo viaggio di ritorno (circa 2 ore) ci ha riportati a Chiang Rai, stanchi, un po’ infreddoliti e decisamente affamati, ci siamo fatti lasciare davanti ad un ristorantino famoso tra i local, per essere molto buono, oltre che sul fiume, e quindi carino!

Il ristorante è il Lu Lam Restaurant, e come al solito abbiamo seguito alla lettera i consigli del nostro amico Mark di eatingthaifood, e come ogni volta abbiamo ordinato troppa roba.

Curioso scoprire che alle 9:30 di sera era tutto chiuso e in giro non c’era anima viva… Cioè, abbiamo chiuso noi il ristorante e i camerieri sono andati via prima di noi, sghignazzando come se fossimo dei mezzi matti.

Una giornata decisamente intensa.

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13 Comments

  • Reply dueingiro.blogspot.it

    Ci manca. Ed è un nostro sogno = segnato in agenda :-)! Apparte gli scherzi, ottimi consigli!!

    27 Gennaio 2015 at 18:03
    • Reply Paola Annoni

      Noi l’abbiamo fatto in maniera poco pratica ai miei occhi, si poteva fare meglio… Ma almeno sapete com’è questa opzione 🙂 Vi auguro di partire presto presto! 🙂 E se avete bisogno di dritte sono qui 😉

      27 Gennaio 2015 at 22:02
  • Reply marco

    salve, una curiosita’… vale davvero fare il triangolo d’oro?
    noi a giugno stiamo 4 notti a chiang mai, volendo fare il triangolo d’oro, e’ scomodo farla da chiang mai? perche’ da come ho capito nei vari post su internet sembra che il traingolo d’oro va fatto da chiang rai..
    la paura mia e’ che 4 notti siano troppi per chiang mai e che il triangolo d’oro sia solo un giro pesante lungo e niente di che.
    attendo tuoi consigli grazie.

    12 Febbraio 2016 at 9:09
    • Reply Paola Annoni

      Mumble Mumble…. Bella domanda. Io direi che vale la pena vederlo ma se è il primo viaggio in Thailandia forse è un po’ una sfacchinata. Chiang Mai è un posto delizioso dove passare qualche giorni, si possono fare corsi di cucina e rilassarsi lontano dal caos di Bangkok. Se mi dai qualche indicazione in più sull’itinerario generale magari riesco ad aiutarti meglio 🙂

      12 Febbraio 2016 at 15:13
  • Reply Rita

    Ciao Paola,
    arriveremo dall’ Italia su Chiang Mai dove trascorreremo 4 notti. Poi abbiamo pensato di recarci a Chiang Rai via pullman e soggiornarvi per 3/4 notti. In questo tempo vorremmo fare una visita completa dei luoghi di maggior interesse con le escursioni giornaliere, inclusa giornata Mekong e qualche gita naturalistica nei dintorni e possibilmente evitando i gruppi in massa. Senza una mappa dettagliata dei luoghi, non è facile organizzarci. Desideriamo fare il tutto senza stress. E’ una vacanza e non vorremmo che si trasformasse in un tour de force. Pensi sia una buona idea appoggiarci ad una agenzia locale e scegliere le loro proposte, tipo escursioni giornaliere? Oppure come consigliavi meglio prendere un’auto. In tal caso dovremmo organizzare tutti i giri e non ne abbiamo molta voglia. Puoi darci qualche consiglio? Conosci il nome di qualche agenzia che possiamo vedere on line con le loro proposte.Inoltre siamo indecisi se i 3 gg sono sufficienti o meglio 4?. Non abbiamo problemi di tempo. Ti ringraziamo, siamo una coppia (non proprio giovane) e viaggiamo soli.

    18 Novembre 2017 at 15:13
    • Reply Paola Annoni

      Ciao Rita! Eccomi! Scusa per la lenta risposta. Allora, noi l’abbiamo fatto da soli, ma col senno di poi direi che lo rifare con un’agenzia locale, sia per interagire di più con la gente del posto, sia per non perdere tempo e godersi di più le giornate senza la fatica di guidare e andarsi a cercare le cose, il prezzo è sempre basso e quindi non è giustificato lo sbattimento di fare da soli. Se avete tempo fate 4 giorni, se hai bisogno per l’organizzazione del viaggio scrivimi che vi aiuto volentieri! Buona giornata!

      24 Novembre 2017 at 12:21
  • Reply Rita

    Scusa, dimenticavo di dirti che il nostro viaggio lo facciamo a inizio febbraio.

    18 Novembre 2017 at 15:13
    • Reply Serena

      Ciao, io e il mio moroso saremo nel nord della thaindia dal 19 al 25 dicembre..
      Ti volevo chiedere cosa mi consigli di vedere a Chiang mai e cosa a Chiang Rai.. secondo te 3 notti in un posto e 3 notti nell’altro sono sufficienti?
      Come gestire l’itinerario per cercare di ottimizzare al meglio il tempo?
      Grazie mille in anticipo

      26 Novembre 2017 at 8:37
  • Reply marina

    Il nord della Thailandia dovrebbe essere un viaggio a se, è ricco di cose da vedere e da fare. Lho amato particolarmente

    9 Marzo 2018 at 17:48
    • Reply Paola Annoni

      A me sono piaciute più altre zone, ma la Thailandia resta uno dei miei più grandi amori!

      11 Marzo 2018 at 15:45
  • Reply Ylenia

    Ciao Paola, intanto piacere e complimenti per il blog. Tornerò in Thailandia a breve e questa volta mi dedicherò alla parte Nord che ancora mi manca, per poi spostarmi in Cambogia. Vorrei dedicarvi non più di 5/6 giorni e andrò sicuramente a Chiang Mai per il famoso festival di fine novembre, poi vorrei andare a Chiang Rai per vedere il tempio bianco…ma sono un po’ dubbiosa sul Triangolo d’Oro. Da come ne hai parlato nel tuo articolo non mi sembra tu ne sia rimasta così affascinata, anzi. Quindi che mi consiglieresti di fare? Andare o no? Grazie in anticipo :).

    16 Ottobre 2018 at 11:05
    • Reply Paola Annoni

      Come al solito non sono molto brava a nascondere quello che mi piace e quello che non mi è andato giù… A dir la verità quel pezzo del triangolo d’oro mi ha decisamente deluso. Forse avevo aspettative troppo alte, ma … Proprio così cosà. Che bello, che giro fai in Cambogia?
      Buon Viaggio

      18 Ottobre 2018 at 16:38
  • Reply Maristella

    Ciao Paola, noi a metà marzo andremo in thailandia per la prima volta, e pensavamo di fare 4 giorni a chiang mai con un giorno di bus chiang rai. siamo in dubbio se fare così o invertire l’itinerario..
    noi a giugno stiamo 4 notti a chiang mai, volendo fare il triangolo d’oro, e’ scomodo farla da chiang mai? perche’ da come ho capito nei vari post su internet sembra che il traingolo d’oro va fatto da chiang rai.. abbiamo paura che 3 notti siano troppi per chiang mai e che vale più la pena visitare chiang rai. Grazie mille per il consiglio

    9 Gennaio 2019 at 15:50
  • Rispondi a Paola Annoni Cancel Reply