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South Dakota, USA

Custer State Park e Badlands National Park: info e curiosità

Cluster National ParkDevo ammettere che io, Il Custer State Park, non l’ho mica capito. Cioè, è una zona in cui ci sono collinette molto carine, un po’ di wildlife. Un’area incontaminata senza grandi slanci, con  un po’ di rocce (ma non troppe), un po’ di verde (ma non troppo) un po’ di pini… Ma ovviamente non troppi.

A parte per la questione dei presidenti scolpiti nella roccia, e per le caverne (in cui non sono entrata ma Gianni sì), devo ammettere che tutto quello che mi ricordo molto bene sono gli asinelli lasciati liberi a pascolare per le colli, molto friendly con gli umani. Ovviamente sono corsa da abbracciarli ed ho scoperto che sono fluffy come un peluche della trudi un po’ infeltrito.10665822_10153227794978327_837331591059232993_n

Ma vediamo di che si tratta.

Nel 1874 l’uomo bianco arriva e distrugge un po’ tutto (siamo nei tempi della caccia all’oro ed il turismo equosolidale non era ancora nato), nel 1913 si rendono conto che forse è il caso di non sterminare tutti gli animali e cominciano così i progetti di protezione animali. Fine della storia.

Spostandosi qui e là con la macchina si possono incontrare bisonti (sono 1400 sparsi per il parco), alci, cervi mulo e pecore delle montagne rocciose. Di queste tre specie, neanche l’ombra attraversando la Wildlife loop road, che ha appunto l’obbiettivo di portarti dentro al loro habitat naturale (che non capisco bene come può essere un habitat con centinaia di macchine che passano di lì ogni ora).247641_10153227797893327_532381068046478675_n

E poi devo ammetterlo. Troppe macchine, troppa gente diretta a Mount Rushmore, troppo Gardaland appena fuori. Mi ha decisamente deluso.

 

E poi posso arrivare finalmente a raccontare di uno dei parchi più fighi e straordinari che mi sia capitato di vedere in questi 5 viaggi negli States (e di parchi, diciamocelo, ne ho visti un bel po’): le Badlands.

Partendo dal presupposto che entrati nel parco abbiamo messo in loop tutte le versioni salavate sul mio telefono della canzone di Springsteen (5, nello specifico), è stato un entusiasmo dietro l’altro.

Il Badlands National Park è un piacevole alternarsi di formazioni rocciose e praterie dal verde intenso, entrambe accompagnate da un silenzio quasi eclatante (l’unico rumore che ci ha accompagnato qua e là era no le bande di motociclisti che andavano a zonzo per il parco, come tempo libero dal moto raduno di Sturgis).10670061_10153238226278327_7951960626695814001_n

Anche a me è sembrato stranissimo trovare verdi praterie, perchè “badlands”, è un nome che è già un programma: i nativi americani di questa zona, i Lakota, sono stati i primi a chiamare questa zona “mako sica” o “terre cattive”: temperature estreme, siccità e formazioni rocciose “difficili”, sono chiaramente stati i motivi.

Sarà perchè ho passato una giornata stupenda ed ero particolarmente predisposta alla gioia dopo il giro mattutino da Wall Drug (vi ho raccontato la storia qui), e uno stop in una piccola riserva in cui potevi dare da mangiare ai – grassissimi – cani della prateria… Ma il Badlands National Park l’ho adorato. Letteralmente.

Ecco quindi, in ordine sparso, tutte le informazioni che vi possono essere utili se sono riuscita a convincervi a spingervi oltre le rotte classiche ed arrivare fino in South Dakota.

[QUi potete scaricare la mappa 2015 Badlands Map]

Prima di tutto, dov’è?

Nel sudovest del South Dakota, il centro più comodo dove dormire è Rapid City (noi abbiamo optato per airbnb perchè siamo capitati nei giorni del motoraduno di Stugis e oltre a non trovare più un posto… Quei pochi rimasti erano inaccessibili).

Il territorio dove sorge il parco è ovviamente ex territorio di nativi americani, con una storia di sangue ed espropriazione di terreni ma questa volta con una storia curiosa: a fine 800 molti indiani divennero seguaci di un profeta, Wovoka, che riuscì a convincere i suoi seguaci a indossare magliette resistenti ai proiettili e ballare la danza fantasma, che li avrebbe resi invisibili. Ovviamente potete ben immaginare come è andata a finire. L’uomo bianco non è stato sconfitto e, proprio in quelle terre, si è consumato anche il celebre massacro di Wounded Knee Creek, di cui resta solo una collinetta e uno spoglio angolo come memoriale.1922133_10153238226653327_7839704249368803775_n

Il parco viene co-gestito dallo stato e dalla Oglala Lakota Nation (la seconda riserva per dimensioni in tutti gli Stati Uniti), e gli introiti divisi a metà, per il sostentamento dei nativi e per lo sviluppo di loro progetti.

Cosa non bisogna perdere?

Prima di tutto, guidate. Guidate e innamoratevi delle Badlands sulla Badlands Loop Road, la lunga strada ad anello che attraversa tutto il parco e permette di raggiungere tutti gli Overlook praticamente in 5 passi dai vari parcheggi. Ho letto ovunque che si possono avvistare tantissimi animali… Ecco, magari non a mezzogiorno sotto il sole cocente come abbiamo fatto noi. Il parco è popolato da bisonti, coyote e capre dalle lunghe corna. Se avete tempo fate tappa nella fighissima “comunità” di cani della prateria (Robert Prairie Dog Town, 7.5 km ad ovest della Pinnacles Entrance), dove potrete vedere da vicinissimo questi deliziosi animaletti.10645150_10153235750953327_1278591732810540162_n

I punti panoramici da non perdere sono diversi, e alcuni sono decisamente inaspettati, perchè non ci sono solo solo muri di formazione calcarea.

Dall’entrata di nordest fermatevi al Ben Reifel Visitor Center, che ha al suo interno un piccolo teatro dove proiettano interessanti brevi documentari sul parco, oltre che una buona selezione di libri: i visitor center sono sempre interessanti… Ma questo un po’ di più.10557240_10153235759848327_3575347783534385915_n

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Fate uno stop al Fossil Exibith Trail, ma non perdeteci troppo tempo. E’ un trail breve e accessibile, in cui ci sono delle specie di tabelle indicative con la riproduzione dei fossili che sono stati trovati… Si ma, i fossili?

Sarà che sono cresciuta accanto ad un parco naturale che è così ricco di fossili che con tutta probabilità metà dei reperti sono a casa della gente di Salsomaggiore (il parco è quello dello Stirone, se qualcuno fosse interessato), ma questo trail, anche se Badlands è uno dei posti più famosi per i depositi fossili al mondo… Io non ho visto praticamente nulla. Ero solo terrorizzata dall’idea che potesse saltare sulla passerella qualche serpente pericoloso. Perchè sì, ci sono.10403721_10153235757648327_4185515236176242156_n

Sto cercando informazioni per decidermi su quale overlook fermarsi, quale stop scegliere, e sono arrivata ad una decisione: fate un breve stop in tutti. Ok, so che questo significa tutto e non significa nulla, ma sono davvero vicini ai parcheggi e quindi, perchè perdersene anche solo uno?

Una menzione particolare va al Prairie Winds Overlook, perchè d’istinto, un mini trail (è una passerella che si immerge dentro alla prateria), che porta in mezzo ad un campo.10469664_10153238227673327_3088245395651106413_n

La sensazione che ho provato lì in mezzo, con tutta l’erba alta che si muoveva al mio fianco ed era l’unico rumore che si sentiva, beh, come si può spiegare?

L’erba era altissima e io, credo di essermi sentita ancora bambina, quando mi sdraiavo nei campi e immaginavo le cose più selvagge, progettando di arrampicarmi sugli alberi a rubare frutta.

La prateria è banale, insignificante rispetto alle formazioni rocciose dai colori incredibili che offrono tutti gli altri punti panoramici, ma la sua bellezza non è da sottovalutare.

Se dovete scegliere un trail di breve durata (circa 2 km) scegliete il Notch Trail, se state cercando un posto in cui godervi il tramonto pare che i migliori siano il Pinnacles Overlook (anche se è il più trafficato di tutti, essendo il più ampio), il Conata Basin Overlook e il Bigfoot pass picnic Area. Camminando verso est Al Castle Trail potrete vedere un meraviglioso cambio continuo di colori sul “Wall” delle Badlands.

Il mio preferito in assoluto?

Il Conata Basin Overlook.10406378_10153238231293327_8746651182628207214_n

Una delle attività che mi sono persa e che invece avrei voluto fare tantissimo è il “night sky program”, che consiste nel guardare le stelle con i ranger che ti spiegano le costellazioni in un cielo  non infastidito dalle luci artificiali. Mi emoziono solo al pensiero.

Ah, ovviamente è gratis.

E’ possibile partecipare al programma solo d’estate e gli orari variano a seconda del tramonto, sul giornalino che vi viene consegnato all’ingresso del parco c’è comunque tutto scritto.

Il Badlands è un parco che è leggermente fuori dalle tratte turistiche, il che spesso significa che viene brutalmente tagliato fuori, quando in realtà merita attenzione, e almeno un’intera giornata.

Non è famoso, ma è un parco per veri intenditori.

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3 Comments

  • Reply Sara

    Ciao Paola! Era da un po’ che volevo scriverti, ma alla fine per un motivo o per l’altro rimandavo sempre. Oggi mi sono detta “Well, don’t waste your time waiting” (sì, sono una “springsteeniana” anche io) e ho deciso di lasciarti un commento.
    Gli States mi intimoriscono. Ho paura di non riuscire a capirli e neppure a lasciarmi travolgere dalle emozioni. E quindi rimangono lì, in sospeso.
    Leggere i tuoi post (e questo in particolare) mi fa sempre cambiare idea: credo che delle Badlands mi innamorerei.
    Insomma …grazie! 🙂

    8 Agosto 2015 at 18:56
    • Reply Paola Annoni

      Parti da un presupposto: io negli States non ci volevo proprio andare. Sono stata trascinata a forza, sono partita con la bocca storta e il terrore nel cuore. Mi aspettavano CINQUE settimane di coast to coast (se non mi piacevano ero fregata!) e 12.000 km.
      E poi vedi le grandi sequoie, white sands, grand canyon… La natura negli USA ha fatto degli scherzi non indifferenti, la bellezza è devastante ed è ovunque. Ti innamoreresti, ne sono certa <3

      15 Agosto 2015 at 23:05
      • Reply Sara

        Non sapevo di questo inizio “difficile”: ora ho una scusa in più per mettermi a leggere i tuoi vecchi post 😉 Potrei adottare anche io la stessa tattica e lasciare che sia! Alla fine di solito è così che ci si innamora…

        2 Settembre 2015 at 17:23

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