
Farò outing. Anche su questo. Io sarò anche coinvolgente nello scrivere, dettagliata nei racconti, attenta a stimolare tutti e 5 i sensi ma non chiedetemi una cosa. Non fatemi guardare le cartine. Non sono in grado,tutto il mio impegno l’ho messo nel muovermi in Cambogia da sola e dopo quello mi sono affidata al 110% al senso dell’orientamento e alle mappe mentali del santo (il mio ragazzo) che è sempre in viaggio con me (o è lui che mi porta in viaggio con sè?). Questa premessa perché? Ovviamente per introdurre informazioni dettagliate su strade e zone che, no, non sono farina del mio sacco.
Sbarcati dal traghetto prendiamo la Furnace Road verso nord ed entriamo nel Connemara. A Maam Cross prendiamo la N59 verso ovest e dopo Recess svoltiamo verso nord entrando nella Lough Inagh Valley (che prende il nome dal lago – dove ci siamo fermati e c’era il gatto morto).
Leggo e rileggo queste indicazioni e mi viene troppo da ridere perchè ricordare “dove ci siamo fermati e c’era il gatto morto” è veramente folle, ma in effetti l’unico modo per farmi capire bene “dove eravamo dislocati in quel momento”.

Arriviamo fino al Kylemore Lough dove vediamo la Kylemore Abbey. Proseguiamo per Clog e poi per la R335 fino a Louisburgh e poi ci fermiamo a Westport dove c’è il mercato alimentare. Poi andiamo a Sligo, prendiamo posto al B&B.

La location ha davvero qualcosa di magico e affascinante, la struttura sembra incastrata nella montagna e ha il fascino di riflettersi nelle acque profonde del lago… E poi vento, anche qui, tanto vento.
Cediamo il passo ai pullman e facciamo le foto da lontano, perchè, a quanto pare a nessuno dei 5 interessa vedere l’interno dell’abbazia, e credo che il motivo su cui si basa la mancata visita sia legato principalmente alla mancanza di produzione di birra da parte dei monaci… e in fondo, sono d’accordo anch’io.
Anche perchè accanto al bellissimo shop (si, sembra incredibile detto da me, ma lo shop era davvero fighissimo, e vendeva dalle sciarpe di lana morbidona alle marmellate fatte a mano, ma tutto con un certo stile, ammettiamolo) c’era anche il self-service, al cui ingresso troneggiavano montagne di scones e muffin, oltre a crumble caldi di lamponi e crema vaniglia. Quanto sono banalmente facile da convincere! Quindi, pranzo a base di dolci (e zuppe, immancabili) e poi ripartiamo in direzione Louisburgh. Allora, io non mi ricordo benissimo le meraviglie di questo paesino, e quindi ho fatto una ricerca su internet, ma tutto quello che ho trovato nel sito principale della città, sono dei filmati di nerboruti irlandesi vestiti da da donna che ballano qualcosa, che, a quanto pare, rientra nella categoria “balli tradizionali”. O la loro parlata misto gaelica non mi ha lasciato capire tutte le sfumature di un invito alla conversione al mondo transgender. Ballerini a parte quello che mi colpisce di più è vedere tutte queste cittadine totalmente tappezzate di manifesti che sostengono o il Mayo o il Donegal. In che sport non l’ho ancora capito poi molto bene. Football irlandese, credo. La cosa che mi stupisce è che wikipedia riporta “semi professional football club”… mi chiedo quindi a che livello possono arrivare per i club più grossi. Comunque sia la realtà calcistica e di tifoseria è veramente forte, per le piazze passeggino signore di una certa età vestite in stile carnevalesco con cappelli piumati e gonne del colore della squadra: tanto per capirci e per sottolineare che qui, il tifo, non è solo una cosa da invasati nazi.
Dopo un rapido giretto e un tè caldo take away, giriamo la macchina verso Westport, dove ci aspetta una piacevole sorpresa… Una fiera alimentare!


Non avendo prenotato il B&B dobbiamo incamminarci verso Sligo, la città che viene definita spesso come Northern gateway (Crocevia del nord) per la sua posizione strategica e di passaggio obbligato per chi si dirige a nord nel Donegal e noi, avendo prenotato l’hotel a Portrush (dove, si paga in pound e non godono poi tanto gli irlandesi “di sotto”), dobbiamo passarci. Ci fermiamo in una bella villetta lungo la strada, in cui ci accoglie un’altra esagitata signora dai pomelli rossi che ogni volta che entro/esco dalla porta mi dice di stare attenta al gradino, e cominicio a credere che essere su di giri sia una caratteristica che devi avere per avere la licenza di B&B. Ma i letti puliti e morbidi e il bollitore in camera mi fanno passare oltre il suo ossessivo “watch the step” in secondo piano.
Foto al Benbulben e facciamo il tramonto a Rosses Point. Cena all’Hargadon Pub.

Ma detta così sembra che la gente stesse facendo il bagno a Benbulben. In realtà questo nome che ricorda tanto i teletubbies è un grandioso promontorio (altura o addirittura montagna per l’incredibile colpo d’occhio che ha sbucando poco lontano dalla riva), che lascia veramente a bocca aperta per la maestosità e, a quanto pare, ancora più sbalorditi si rimane scoprendo che è intriso di magia e mitologia, oltre che fonte di ispirazione per il poeta William Butler Yeats, così legato al luogo da farcisi seppellire (più precisamente a Drumcliff, ai piedi del monte, dove si trova il monumento commemorativo).

Giretto nella città di Sligo e cena in un pub storico, l’Hargadon Pub, dove non ho resistito, e mi sono buttata su un tagliere di formaggi… che meraviglia da abbinare a una Guinness spillata a dovere.
Giornata piena, giornata intensa che non poteva finire che così, tutti insieme, con davanti una birra e i pomelli rossi dallo sbalzo di temperatura. Non l’avrei scelta l’Irlanda come meta, ma devo ammettere che è un’ottima fonte di ispirazione. Fascino, tradizione, diversità. Mi piace.
2 Comments
la Kylemore Abbey é una delle abbazie piu belle che abbia mai visto. Agosto 99, laurea fresca in tasca con 110 e lode. All´improvviso smise di piovere, il cielo era perlato e il lago color argento, finalmente la vedemmo. Un bellisismo ricordo.
22 Novembre 2012 at 22:39in effetti sia il contesto che l’abbazia sono da togliere il fiato!
27 Novembre 2012 at 13:06