Follow:
A Beautiful Mess, Australia

Ned Kelly’s Last Stand:come i libri ti portano in viaggio

THE NEW YOUOgnuno in fondo ha un po’ i sogni che si merita, e io sognavo di andare al Ned Kelly’s Last Stand da quando in un caldo giorno di luglio del 2009 ero sdraiata all’ombra di una pianta sulle rive del fiume Ceno.
Un’attrazione nel mezzo del nulla dell’Australia a 200 km da Melbourne e una giornata di un caldo luglio sembrano non avere nulla in comune, se non che quel giorno avevo tra le mani quello che sarebbe diventato uno dei miei libri preferiti: “Un paese bruciato dal sole: l’Australia”, di Bill Bryson.
Il buon Bill dovrebbe scrivermi una lettera privata con dentro un biglietto da 500$ per ringraziarmi di quella casa al mare che si è potuto costruire grazie a tutte le copie dei suoi libri che ho comprato e regalato. Ma come minimo.
Comunque sia, a circa metà libro comincia a raccontare di questo paesino reso celebre dal famoso bandito numero uno in Australia e di questo museo/teatro che ha la caratteristica di essere quanto di più trash si possa trovare sul mercato.

QUesta è la pagina che mi ha fatto innamorare.IMG_0162Per chi non avesse voglia di leggersi questa perla, cito testualmente:

“chiamatemi femminuccia, tiratemi addosso un cesso di mattoni, ma posso affermare in tutta tranquillità che di rado ho visto qualcosa di così meraviglioso, così divertente, così mostruosamente brutto come la Ned Kelly’s Last Stand. Era così orrendo che valeva ogni singolo penny. In realtà era così schifoso che valeva più di quanto avevamo pagato.”
In quel momento, su quella roccia, mi sono detta che in quel posto, in mezzo ad un cazzo di nulla, io ci sarei andata. E questo è il mio racconto dell’ultima ora passata a Glenrowan e dentro l’attrazione che ha segnato definitivamente il mio viaggio in Australia.
La amo. Ora più che mai.
La cittadina di Glenrowan è una strada unica, ha l’aria di essere un villaggio western un po’ fermo nel tempo e un po’ intorpidito dal poco passaggio: è lunedì pomeriggio di una rovente giornata di novembre, sono le 14 e gli unici ad essere in giro siamo noi.
Ci fermiamo poco più in là del museo, parcheggiamo, io non resisto, corro dentro: devo avere quante più informazioni io possa assimilare.3tstray410NedKelly02
Si entra nella hall e ci sono vari cartelli che specificano che se non entri nel museo ti devi levare dalle palle, non si possono fare foto.
Mi accoglie un attempato signore sorridente con un accento vagamente tedesco con una camicia nera dai ricami texani con un “good evening darling, how are you today?”. Mi avvicino, la mia deformazione da poveraccia spinge subito l’occhio sul listino prezzi per entrare. 28 $ australiani. VENTOTTO.
Una follia. Sullibro di Bryson parlava di 15 dollari e già mi sembrava tantissimo, 13 $ in più mi hanno fatto davvero tentennare.
Ma lui, Bob, con i suoi modi gentili mi ha fatto fare il passo e tirare fuori la carta di credito.3tstray410NedKelly01
“Sai, questa è una delle attrazioni più importanti di tutta l’Australia, abbiamo speso 8 milioni di dollari per farla… Credimi, è come essere a Disneyworld!”
Ha sorriso, ha fatto la faccia da nonno. Ero già facile da fregare, così mi ha proprio colta in castagna sul punto più debole.
Mi mostra alcune foto dell’interno, e mi fa “questo qui, guarda, sono io. E anche qui, sono sempre io”.
Mmmh. Bryson parlava di fantocci con capelli che sembrano “peli di pube al vento”, non parla di teatranti. Forse potrei raccontare qualcosa di nuovo, forse potrei mandare una mail integrativa del libro a Bill. Mi convinco definitivamente, si va.
Lo spettacolo c’è ogni mezz’ora e dura circa 35 minuti ed è ovviamente in australiano e non si capisce una mazza a parte “Ned Kelly” il resto è stato avvolto da una fumosa aria di mistero.
All’ingresso l’Alessandra (che ha letto il libro di Bryson) si lascia travolgere dal mio entusiasmo ed entra anche lei. CI fa lo sconto, 25 $. E’ fatta.
Entriamo nella prima saletta che sembra una stanza chiusa e già mi chiedevo se non fosse tutto lì, ma il buon Bob è arrivato di corsa e strizzando l’occhio ci fa “avanti ragazze, qui c’è il passaggio segreto!”, ha spostato la libreria, si è aperto il mondo che mi aspettavo. La gioia.

Arriva il signor Bob, ne approfitto per chiedergli perchè tutti gli australiani sono così innamorati di questo bandito, la scena che si presenta è surreale.

Lui comincia a parlare, mi racconta con enfasi i vari motivi. Lo interrompo circa 40 volte perchè non capisco cosa stia dicendo nel suo strettissimo australiano con tanto di gesticolato scoordinato (credo dal discorso): a parte che ho capito che c’entrano gli irlandesi, i criminali e gli inglesi, non ho capito nulla di quanto mi ha detto.

[A onor di cronaca: intanto che gli altri ragazzi ci aspettavano fuori hanno preso un gelato in un bar dove li ha calorosamente accolti una gentile signora greca immigrata da anni a cui hanno rivolto la stessa parola. Lei ha detto che non era un bandito, solo uno che hanno incastrato i poliziotti corrotti. Mah.]
20151123_140454CI sediamo sulle panche di legno di quella che era la riproduzione della stazione: il buon Bob ci rassicura che i ragni alle pareti non si sarebbero mossi da lì… Cominciamo a guardarci e io mi appunto i vari soggetti presenti nella stanza.

 

Nell’ordine:
un gatto nero impagliato, una zucca da cui è uscito un topolino, varie teste di renna e bisonte alle pareti, riproduzione di ragni, un nano (o un bambino?), una mucca dallo sguardo inquisitore, una signora in abiti d’epoca (fantoccio, non viva), vari figuri di cui uno su una sedia a dondolo davanti al camino. E un mago. UN MAGO.
Si abbassano le luci, il nano bambino comincia a piangere perchè ha paura, la sedia a dondolo dondola, il mago si toglie il braccio dalla faccia e…. E’ un fantoccio, dammt!
In pratica è una specie di manichino senza volto su cui viene proiettata la faccia parlante del proprietario che racconta cose con tono da casa della paura delle giostre della fiera di San Donnino, risate spettrali. Non capisco una mazza.
Ad un certo punto parte l’orologio all’indietro (nell’anno di Ritorno al Futuro è una citazione?), altre risate spettrali, fuori dalla finestra comincia la pioggia riprodotta da un innaffiatoio per bagnare i gerani, dopo poco parte un getto di aria fortissimo dall’alto che ci spettina i capelli come se fossimo con la testa fuori dal finestrino di una macchina in corsa, si accende il camino, parte un trenino sull’angolo in alto a destra. Ed è solo la prima stanza!
Il mago (sempre con una risata spettrale) ci invita a spostarci nella seconda stanza, io corro davanti a tutti perchè un’orda di mocciosi (veri, non fantocci) si ì unita al gruppo e non vorrei farmi fregare i posti migliori, perchè questa cosa me la voglio godere al 100% vista la spesa.3tstray410NedKelly08
Entrando sulla destra c’è un cicciobello quasi nudo e un cane (sempre meccanico) che rispettivamente piangevano e abbaiavano.
La scena è quella di un bar/hotel dove si radunava la ghenga di Ned Kelly. Ad un certo punto parte una una botola da dietro, qualcuno bussa. Un maiale gigante dondola all’ingresso, un ubriacone ciondola dal soffitto, un violinista muove avanti e indietro la stecca, il meccanismo di una testa di un figurante è chiaramente rotto e si muove compulsivamente da destra a sinistra. Sono letteramente a bocca spalancata.3tstray410NedKelly09
Il fantoccio di Ned Kelly sembra la presa per il culo di un amish con una barba applicata sotto al mento che farebbe invidia ad uno di quei costumi last second per Halloween che trovi in autogrill.
Tutti fuori, è il momento della sparatoria.DSC_0622
Nel cortile interno di questa Disneyworld australiana la parte migliore credo sia una: è una riproduzione gigantesca di un piccolo modellino. Mi spiego.
Quando sei piccolo e ti comprano la fattoria con gli animali, credo per una questione di “dobbiamo mantenere una dimensione minima per far sì che i bambini non si infilino le galline e i conigli nel naso”, i cavalli hanno le stesse dimensioni del cane e le pecore sono grosse come i gatti che non sono poi tanto lontani dalle mucche in quanto a grandezza.20151123_1428153tstray410NedKelly00
E qui era uguale. Ned Kelly era grande come la casa, il cavallo piccolo come un uomo seduto e così via. Partono gli spari, siamo in mezzo al fuoco nemico, partono dei doccini che ci bagnano completamente aperti dal signor Bob che non si capisce da dove sia spuntato ma è lì dietro che ride aprendo la valvola della doccia nebulizzata.
“vi rinfrescate!”… Sì, ma cosa centra con la riproduzione storica della questione? Abbiamo un tizio morto nel cortile e piovono goccioline. Bob ride, i ragazzini sono perplessi ma si godono l’effetto rinfrescante che – ammettiamolo – si trova anche a Gardaland e di sicuro anche a Disneyworld.
Si prosegue, finiamo tutti dentro ad una casetta dove si sentono degli spari, ai lati finte fiamme riproducono un incendio, si sentono colpi, urletti. Ad un certo punto parte del fumo da concerti e si sente uno sparo fortissimo e noi siamo nella nebbia più assoluta.
Urletti.
Qui mi tocca specificare che questa parte è assolutamente vera.
Il signor Bob entra dalla porta e ci chiede se qualcuno ha bisogno di carta igienica e se c’eravamo fatti la cacca addosso, ride, risata un po’ sadica un po’ da nonno che ha fatto lo scherzo al nipotino.
RIchiude la porta e io mi sento incastrata tra la nebbia in Val padana e una serata hardcore al Cocoricò di Riccione.
Ultima stanza, si va in prigione.
Rimaniamo tutti bloccati in un corridoio per qualche minuto, poi si sente arrivare una musica che canta “Ned Kelly such is life” o almeno questo è quello che c’era scritto. Motivetto che ti entra in testa per uscirne tre giorni dopo. Oltretutto.3tstray410NedKelly1120151123_14405720151123_143958
C’è una finta bara con un pupazzone di Ned Kelly dentro, l’allegra musica continua a suonare, uno degli accompagnatori canta allegramente, dal soffitto cade un fantoccio impiccato del bandito che penzola mentre la canzone continua a suonare, ricordandomi spaventosamente la filastrocca dei sette nani che andavano al lavoro.
Usciamo tutti con Bob che – con un certo orgoglio – ci ripete quanto ha speso per mettere su tutta la baracca e soprattutto che il bar è quello originale.
Ma poi alla fine, eccola lì, la ciliegina sulla torta.
Dopo questo cupo museo istruttivo che racconta uno spaccato di una storia avvincente e triste di un bandito tanto amato eccola lì, una stanza piena zeppa di… Peluche e statuette Disney!20151123_144306
Se non avessi foto e testimonianze non riuscirei a crederci: la zona dopo la stanza crematoria di Ned Kelly era la riproduzione della stanza di una bambina con la fissa dei cartoni animanti con tanto di peluches giganti, riproduzioni de la bella e la bestia, topolino, sirenetta e compagnia bella.
Ah, ovviamente un mega televisore.
Bob ci ha salutate, ci ha chiesto si ci era piaciuto. La risposta era assolutamente univoca: moltissimo.

Share:
Previous Post Next Post

You may also like

2 Comments

  • Reply claudia

    AAAAHHHHHHHHH!
    Cioè, sembra quasi meglio del freak show di Coney Island!

    16 Dicembre 2015 at 11:56
    • Reply Paola Annoni

      Non ho visto il Freak Show ma questo èstato GRANDIOSO!

      21 Dicembre 2015 at 7:27

    Leave a Reply