I viaggi ti arricchiscono. Ti riempiono il cuore e la testa di esperienze, di immagini, di lezioni che faticheresti ad imparare a casa, non perché stando a casa non impari ma difficilmente ti ritrovi a parlare di come si vive in Sri Lanka per le strade di Piacenza.
Ho visitato quasi 50 paesi. Tanta Asia, tanti USA, pezzi di mondo qua e là. E adesso ho voglia di casa, dopo quasi un mese in viaggio tra Sri Lanka, Bali e Bangkok.
E’ stato un viaggio stupendo, rilassante e piacevole, sono tornata nella mia Bangkok, finalmente ho visto Bali, ho scoperto un paese nuovo.
Io quando viaggio sono FELICE. Guardo le foto e ho una faccia che ho solo quando sono sulla strada, quando la maglietta è sporca, la pelle sbruciacchiata, i capelli più in disordine del solito e quel sorriso lì, quello di chi e finalmente nei suoi panni, visto che non ci è mai stata.
Io sono una persona che non è mai stata mai bene nel suo corpo, nel suo posto, nella sua vita.
Solo appena scesa dall’aereo, con un nuovo pezzo di mondo da scoprire, lì, sono me stessa.
Ma questa volta, avevo voglia di casa.
I viaggi ti riempiono, i viaggi ti svuotano.
Quattro giorni prima di partire è nato Alberto, il secondo nipote che si è fatto aspettare per quasi 10 giorni: due piedini minuscoli, una testa di capelli neri e una riserva d’amore che si è gonfiata ancora nel cuore, e dopo tutto quello che è scoppiato per Marco, l’altro nipote, non pensavo ce ne fosse ancora.
E invece.
Sono partita dopo un periodo intenso, in cui ho avuto anche dei problemi di salute che mi hanno fatto letteralmente uscire di testa, e se fare le valige e scappare è sempre stata la mia cura, forse la cura questa volta era stare a casa, sul divano, tra le mie cose.
Ho viaggiato tanto ultimamente: tutti viaggi voluti, appassionanti, pagati e quindi vissuti intensamente.
Ho quella meravigliosa sensazione di essere satura, appagata a fondo, anche se vorrei tornare in milioni di posti visitati. Eppure mi sento svuotata.
Come se fossi entrata in una malsana routine del viaggio e continua a balzarmi in testa il post di tripluca.
L’episodio scatenante, una disgustosa madeleine di Proust, è stato un cucchiaio.
Eravamo in un warung a Bali, stavo mangiando un semplice riso.
Mi sono messa in bocca il cucchiaio, e ho pensato “pensa quante bocche sono passate per questo cucchiaio, pensa quanti cucchiai mi sono infilata in bocca tra India, Cina, Thailandia, Australia, Stati Uniti, Etiopia…”
Ho cercato di fare mente locale. Mi è salito un conato di vomito.
Ho guardato il cellulare e le mie amiche si stavano mettendo d’accordo per una cena insieme, e io ero a 8000 km di distanza, o forse di più. E non c’ero, come non ci sono quasi mai nelle foto, nelle cene.
Una volta leggevo un articolo in cui nono-mi-ricordo-chi-ma-era-famoso spiegava perchè gli attori si mettono spesso con gli attori: perchè conoscono il lavoro e quindi accettano di più le lunghe assenze, di vedere il proprio moroso limonare con una stragnocca perchè tanto è tutta finzione, la popolarità malata di gente che ti insegue.
Forse è così per i viaggiatori.
Ogni volta che alzo il telefono e chiamo la Crinviaggio o mi scambio mille messaggi vocali con l‘Irene dopo lunghe assenze e silenzi, pochi aggiornamenti in viaggio e vite che continuano lontane, c’è un entusiasmo e un attaccamento che ha l’aria di casa, ma è una casa costruita dentro un aeroporto. Sono abbracci stretti che si danno al gate, in cui lasci tutto l’amore e le promesse che si fanno appena prima di due porte che si chiudano.
Io sono quella che se ne va, sempre.
Mentre ero via ho scritto ad un’amica che doveva ancora andare in ferie che ero stanca, che ero a quel punto del viaggio (intorno al quattordicesimo giorno ho sempre una crisi di metà viaggio) in cui ho solo voglia di abbracciare la mia mamma, stare con la famiglia e dormire nel mio letto.
Dopo 10 minuti le ho mandato un messaggio chiedendole scusa. perché mi sentivo una stronza.
“Hei ciao, che noia, sono sempre in viaggio in posti bellissimi e manco questo mi va bene”
Il messaggio non era così ma poteva essere letto così, anche se lei non l’ha fatto, mi conosce e sa quello che volevo dire.
Guardo tanti travel blogger, costantemente in viaggio tra alberghi di lusso e bellezze varie, e una piccola parte di me dice “wow!”, ma il resto dice “cosa ti resta? Hai degli amici che ti aspettano a casa?”.
Viaggio con tutta la mia vita stretta tra le mani e gli occhi più belli del mondo che mi guardano sempre con entusiasmo, ed è forse per questo che tante volte mi basta.
Mi piace rallentare. Ne ho davvero bisogno.
Ho sempre pensato che avrei potuto viaggiare a lungo, senza mai fermarmi. Dopo un po’ che sei sulla strada la tua vita diventa quella e non hai più nostalgia di casa o voglia di mangiare parmigiano.
Come per le voci delle persone che hai amato hai solo il ricordo, che col tempo di altera per poi svanire. Le risate restano lì, e si confondono nella nebbia, e vedi il cassetto che poco alla volta si chiude.
Finchè non senti qualcuno che ha una risata simile, e il cassetto si spalanca.
Riassaggi il Parmigiano, annusi il collo dei tuoi nipoti, stringi la mamma e il papà e i colori tornano vividi. E ti accorgi quanto ti sono mancati.
Il tempo a casa è quello per elaborare il viaggio, per innamorati ancora delle Hawaii, di Bali, della Nuova Zelanda.
La vera avventura a volte è stare a casa, fermarsi.
Almeno fino al prossimo viaggio.
Ah, a ottobre riparto.
31 Comments
Che bel post.
18 Agosto 2016 at 12:22Non viaggio quanto te, ma capisco la necessità di rallentare. La stessa che mi ha preso lo scorso agosto e che mi ha fatto rimanere in questa nuova città (Biella) per più di anno.
Goditi tutto ma soprattutto i tuoi nipoti.
Ciao Anto! Penso che tante volte ti devi cercare i motivi per stare a casa, tante altre volte le ragioni spuntano da sole. E dei piedini cicciottini sono sempre un’ottima ragione per restare, no? <3
20 Agosto 2016 at 10:42un mega abbraccio
Bellissimo post Paola! Non mi lamento dei viaggi fatti, anche se mi piacerebbe averne già fatti di più, ma tante Volte quando sono via ho solo voglia di ri-abbracciare la mia mamma o di stringere la mia nipotina.. O di stritolare I miei cani 🙂
18 Agosto 2016 at 12:32Anche io come te quando sono in viaggio mi sento veramente me stessa e a volte l’ho usato come “via di fuga” … Ma ultimamente anche a me è capitato di dire “ma se mi fermassi un po’?” Ma poi la curiosità di scoprire nuovi posti prende il sopravvento!
Il finale TOP però!!
A leggere il tuo commento mi è venuta in mente la scena di Forest Gump [questa https://www.youtube.com/watch?v=It8Sn_LAYJs%5D
20 Agosto 2016 at 10:52CI sono dei momenti in cui hai voglia semplicemente di tirare il fiato, andare a casa, stare immobile. Raccatti le energie, ti aggiusti i capelli, ti rinfreschi l’anima.
Ma ma non siamo fatti per stare fermi. Non riesco ad immaginarmi!
TI abbraccio forte <3
Amo viaggiare, ma se non ci fosse casa mi sentirei davvero perso. Un bellissimo post.
18 Agosto 2016 at 12:34Detto da te poi… saltello per casa 🙂
20 Agosto 2016 at 11:02E’ bello avere un posto in cui tornare, esserselo costruito.
Perché costruiamo trame infinite sul globo, ma gli abbracci sono sempre il legame più stretto 🙂
Bello Paola, belle riflessioni. Tuttavia c’è una tua frase che mi fa riflettere (x quanto io non ti conosca, ma quelle parole le ho già sentite, in passato, da chi, oggi, conosco molto bene: me stessa) “Io sono una persona che non è mai stata mai bene nel suo corpo, nel suo posto, nella sua vita.” Ricordati che viaggiare non può e non deve essere un “fuggire” da una situazione, ma semplicemente conoscere e condividere con persone diverse da te. E questo aiuta anche a capire te stessa e accettarti, nel bene e, sopratutto, nel male.
18 Agosto 2016 at 12:47Un abrazo
E’ proprio questo quello che è cambiato: io ho trovato il mio modo per essere a mio agio nel mondo, nella mia pelle, come se avessi trovato un vestito su misura che mi calza dopo anni di vestiti troppo stretti o troppo larghi.
20 Agosto 2016 at 11:11Sono fuggita così tanto che forse ho fatto il giro, e adesso sono ripartita, con occhi diversi. E viaggiare ha tutto un altro gusto.
un abbraccio appiccicoso come l’arequipe
Wow! Che belle queste tue parole, capitano al momento giusto. Viaggio poco e lo sai, anzi sogno di essere sempre in giro, ma poi quando lo sono realmente a volte il magone arriva.
18 Agosto 2016 at 12:51Un po’ mi vergogno, sono sincera, ma alla vigilia di questo viaggio in California senza lui, senza la sua mano nella mia, beh mi tremano un po’ le gambe.
Hai ragione la vera avventura a volte è stare a case,fermarsi ed assaporare tutto quello che ci sta intorno.
Ancora un volta con le tue parole hai colpito davvero nel segno, e mi sa che questo post me lo rileggerò più di una volta 😉 Ora goditi il fagottino appena nato Zia 😉 Monica
E’ bellissimo buttarsi in nuove avventure (e quella che ti aspetta oltre ad essere figa è anche strameritata!), lasciarsi trasportare, viverle anche quando ci fanno venire una strizza tremenda.
20 Agosto 2016 at 11:13Poi torni, le racconti a chi ami, e le vivi ancora.
TI abbraccio forte, con la gioia di quei fagottini favolosi sempre con me!
Che poi quando torni le tue amiche sono sempre lì pronte per un’altra cena…a casa tua! 😉 aaaah amica,hai scoperto il potere dei piedini dei nipoti…
18 Agosto 2016 at 13:08E non c’è nulla che ami di più di voi che piombate a casa, vi buttate sul divano e mi aggiornate sulla vostra vita <3
I piedini ciccini sono una maledizione, poi non puoi più farne a meno!
20 Agosto 2016 at 11:14Ciao Paola,bellissimo post, hai ragione non si può sempre viaggiare a 300 all’ ora, come tutte le cose c è bisogno di rallentare, perché poi la ripartenza sarà an ora più bella. See you soon
18 Agosto 2016 at 16:20…E a casa c’è da festeggiare la casa di qualcuno 😉
20 Agosto 2016 at 11:23un mega abbraccio
Bellissimo post Paoletta. Ogni tanto questa sensazione prende anche me (anche se alla fine si sa, l’istinto per il viaggio vince sempre). A casa ho la mia famiglia, le mie amicizie e tutto il resto e a volte ho l’impressione anche io di “perdermi qualcosa”. Quest’anno a Natale e Capodanno saremo a casa e quando lo abbiamo deciso sono stata felicissima. Deciso di anticipare il viaggio a novembre, ovvi 😛 ti abbraccio!
18 Agosto 2016 at 17:12Io la regola l’ho sempre imposta: il Natale si fa a casa. Sempre e comunque. Nessun viaggio vale la famiglia 🙂 Se non hai una famiglia di cacca, ovvio!
20 Agosto 2016 at 11:35Ecco perchè si viaggia fuori stagione… Giusto?
un mega abbraccio, buona Bali <3
Ciao Paola,
mi rincuora vedere che le mie sensazioni sono convidise anche da altri. Sono anni che viaggio e ho sempre avuto una grande carica di entusiamo, ma questo desiderio di stare a casa è nato soprattutto da quando ho iniziato a lavorare sulle navi e i miei imbarchi sono di circa 6 mesi, senza mai tornare a casa.
Sono sempre stata abituata a stare fuori: ho fatto l’erasmus e poi un tirocinio all’estero, ma da quando sono sulle navi tornare a casa mi sembra la cosa più bella del mondo, forse perché sono sballottata da un posto all’altro per mesi e alla fine sono confusa perfino sulla stagione in cui siamo (inverno passato al caldo in Polinesia e poi in Sud America, poi estate in Europa e adesso di nuovo – il “non” aver vissuto l’inverno mi ha destabilizzata).
Ho apprezzato di nuovo casa mia, le mie mura, il mio cuscino, finalmente i piatti che amo e che posso cucinarmi da sola. Appena sbarcata a giugno ho scritto proprio un articolo sul mio blog riguardo questo argomento, mi farebbe piacere che lo leggessi. Certo, sono situazioni diverse e tipologie di viaggio diverse… ma la sostanza non cambia.
18 Agosto 2016 at 17:44Ciao Annalisa,
sai che molte volte provo invidia a guardare mia sorella?LEi non viaggia quasi mai, ha un lavoro normale, una vita “normale”. Ed è felice, la vedi proprio che è serena.
Io sono davvero felice adesso, ma se mi guardo da fuori (e leggendo le tue parole), la voglia di andare, di muoversi, di scoprire è allo stesso tempo benedizione e maledizione.
Perchè vuoi restare, e non riesci a non partire.
L’importante è capire che i tuoi cucchiai, quelli dove mangi solo tu, sono i migliori <3
Mi mandi il link che voglio proprio leggerlo?
20 Agosto 2016 at 11:45Un bacione
Io questa estate ho deciso di stare a casa: non che avessi grandi programmi eh, però sai, quando hai pochi giorni di ferie condivise con il tuo compagno vuoi anche “sfruttarle” facendo, vedendo cose e posti nuovi.
18 Agosto 2016 at 21:19Stavolta abbiamo deciso di stare a casa, goderci le nostre 4 mura, passare delle tranquille giornate al mare con gli amici, fare una cena con fratelli, sorelle, nipoti.. Ne avevo bisogno anche io, bisogno di prendermi una pausa. Ogni tanto ci sta, per ripartire più forti e felici di prima.
Vale <3
20 Agosto 2016 at 11:48Sai che sto cercando di fare una cosa carina per la provincia di Piacenza? Perchè ci vivo, non la conosco,. 3/4 dei posti non li ho mai visti.
Tante volte fare i viaggiatori a casa propria, con ritmi diversi e piacevoli, può essere più bello di un viaggio dall'altra parte del mondo, non trovi?
Un mega abbraccio
Bellissime le tue parole.
19 Agosto 2016 at 10:19Hai raccontato perfettamente un po’ il male di tutti coloro che non riescono a stare fermi!!!
Meno male non sono sola allora ^__^ un abbraccio
20 Agosto 2016 at 12:03Parto da qui “Io sono una persona che non è mai stata mai bene nel suo corpo, nel suo posto, nella sua vita”, perchè mi ci ritrovo in pieno, infatti il mio motto che campeggia anche sul mio blog è qualcosa di simile… “Quando sono in viaggio, il mio cielo è sempre sereno…”; appunto, quando sono in viaggio…
20 Agosto 2016 at 9:08Hai scritto un bellissimo post che fa riflettere. Probabilmente hai bisogno di fermarti un attimo, cambiare la tua vita “a casa”, famiglia, amici ecc…
Sfortunatamente, per motivi lavorativi (ed ormai non solo ahimé), non riesco mai a fare oltre 20 gg di viaggio e non sono ancora arrivato al punto di desiderare di tornare a casa… Mai !
Nel mio piccolo qualche viaggetto l’ho fatto, probabilmente ho ancora spazio “psicofisico” per reggerne molti altri…
In questa estate, che per un motivo o per l’altro, non è certo stata indimenticabile, mi è mancato il “viaggione”, il poter staccare completamente dal mio mondo routinante.
Quando siamo in viaggio siamo più propensi ad accettare tutto: pioggia, intoppi, sfighe, perdite.
20 Agosto 2016 at 12:06Di solito a casa molto meno. Dovremmo imparare a vivere viaggiando ma stando a casa 🙂
Sì, ho bisogno di fermarmi, di godermi casa. Ma è il viaggio che mi ha portato a questo, quindi viaggio per stare bene a casa, e viceversa 🙂
Spero tu possa partire presto per un viaggio lunghissimo (belle foto!)
abrazos
Paola
Potrei averlo scritto io questo post, parola per parola, dai nipoti al Parmigiano. Mi sento spesso così. Sempre più spesso così. Sono grata, e felice quando sono altrove, ma sto riscoprendo la dimensione dell’appartenenza. Che è il più bel viaggio. Bellissimo post, grazie per averlo scritto!
20 Agosto 2016 at 9:30Uh! Che emozione vederti passare di qui!
20 Agosto 2016 at 12:09Hai usato una parola bellissima: grata.
Siamo fortunate, possiamo permetterci di fare queste riflessioni sul viaggio, sulla famiglia.
Anche io sono profondamente grata.
Ti aspetto per una degustazione di Parmigiano allora 😉
un abbraccio
Eh sì, il sapore di casa è il più bel sapore. Sapere che lì ti attende la tua irrinunciabile routine, è una forza.
20 Agosto 2016 at 17:58A Luglio uno dei miei punti di riferimento, è venuto a mancare e ti senti schiacciare da questa inaccettabile assenza. E tutto cambia prospettiva. Sicuramente, da oggi in poi, nei miei tanti e futuri viaggi, porterò il suo respiro e ricordo con me sapendo che a casa, continuerò a trovare il sorriso e il conforto di chi mi ama. Gli affetti sono le tue radici. Gran bel post…
Io questo bisogno dello stare a casa lo sento molto mio. Una volta ho scritto un post dal titolo “il vero viaggio è circolare” per me esiste la gioia della partenza ma anche quella del ritorno. Il tuo post mi fa sorridere perché solitamente non passo mai agosto a casa, sono sempre in viaggio. Stare a casa è un sacrilegio. Quest’anno ho passato le prime tre settimane a casa e sono successe un sacco di cose importanti che avevano il bisogno di essere a casa per succedere.
20 Agosto 2016 at 19:10Ora però ho voglia di ripartire 🙂
Se ci pensi, agosto a casa, diventa quasi una vacanza!
24 Agosto 2016 at 17:57La città vuota, un ritmo diverso, la calma assoluta che solo agosto sa dare.
E adesso, prontissimi ad una nuova avventura 🙂
un abbraccio
Questo post arriva proprio nel momento giusto!
24 Agosto 2016 at 18:23Ci ho pensato tanto ultimamente, perché tutto questo viaggiare mi sta portando lontano dai miei affetti e non sono più sicura che ne valga la pena. E ora che ho aperto un travel blog è proprio un bel casino! Per risolvere il problema, stavo quasi pensando di passare al fashion, che ne pensi? 😛
vale per tutto. riflessioni legate ai legami, agli affetti. Potrei sostituire i tuoi viaggi col mio “maledetto lavoro”. O con tutte le cose che allontanano dalle relazioni. Ma per quel “poco” che ti conosco so che non lasci mai nulla, nessuno, anche quando parti. Ogni tanto mi chiedo se il viaggiare non sia uno “scappare”. Forse per quel poco che faccio (e magari male) per me è così… però esiste un equilibrio in tutto ed ognuno ha il suo. Il tuo si chiama “passione” e si vede, per fortuna! maaaaaa dove vai?????
29 Agosto 2016 at 12:07