Mi capita spesso di pensare a quanto l’essere nata nel 1983 sia stato un momento di assoluta transizione tra il prima e il dopo.
Essere nati negli anni ’80 significa che l’infanzia era fatta di telefonate a casa, di “salve sono la Paola, c’è la Martina?”, di citofoni suonati e fughe velocissime, di gite fatte senza cellulare e viaggi senza le cinture. Perché sulla Diane di mia mamma, proprio non c’erano le cinture.
Le ricerche le facevamo in biblioteca e copiando dall’infinita enciclopedia blu di mio nonno, da cui prendevo sempre informazioni e il volume di WXYZ lo guardavo sempre con il dubbio. Cosa ci sarà scritto? Ma che inutile!
I nostri nonni avevano fatto tutti la guerra, avevano tutti qualche racconto di partigiani da raccontare: le montagne, le donne che facevano le staffette, quella polenta mangiata tutti i santi giorni (e cara grazia che c’era quella).
Mio nonno ha fatto la guerra e non ne ha mai parlato. Poco. Pochissimo. Read more