Viaggiare in Alaska non è economico: siamo tutti d’accordo?
Però ci sono tanti modi di risparmia e di godervi il viaggio senza dover per forza vendere un rene sul mercato nero degli organi. Quindi, come organizzare un viaggio in Alaska low cost?
Vi racconto Detroit, quello che c’è da fare, da vedere, da non perdere, un buon BBQ. Un itinerario denso, intenso. Ma prima lasciatemi raccontare quello che è stato. Un pugno nello stomaco.
Motor City, una storia gloriosa, una rovinosa caduta, uno stato che pesa sulle votazioni, che ha una storia che va raccontata.
Per viaggiare sulle strade più belle del mondo bisogna vagare tra i 5 continenti: la strada che porta a Milford Sound, alcune strade francesi. Sul suolo americano però la concentrazione è altissima, e negli USA hanno adottato anche una dicitura – Scenic Byway – per trovarle o per essere preparati quando trovi quel cartello marrone.
C’è una strada che però è la più bella di tutte le strade: la Scenic Byway 12, ovviamente nello Utah.
Le informazioni sul Grand Staircase Escalante sono davvero ridotte: è un parco gigante, che tutti ignorano e che ha strade sterrate che ti fanno passare la poesia di guidare. Quindi ho cercato di mettere insieme guide, esperienze, tutto quello che abbiamo trovato in giro e riorganizzare un itinerario di due giorni con tutto ciò che serve, con tanto di mappa (la trovate in fondo) e una quantità esorbitante di foto (ne avrei messe davvero molte di più!).
Nevada = Las Vegas. Sfatiamo questo mito? Questo gigantesco e desolato stato (286 367 km²… Fate conto che è esteso quasi come l’Italia ma con circa 3 milioni di abitanti. In Italia siamo 60 milioni) è nell’immaginario comune sono deserto e qua e là dei gran casinò dove vecchietti di tutti gli States vanno a giocarsi la pensione. Vero, ok. Ma non è solo quello dai!
Quindi vi porto alla scoperta di un Nevada insolito, ma assolutamente interessante (ovviamente nella natura più estrema). L’itinerario attraverso il Silver State ovviamente parte da Las Vegas, primo avamposto dopo la California.
Kauai è un’isola intensa, verde, bella, tutta da scoprire. La più verde di tutte le Hawaii, dove si trovano spiagge, un canyon, montagne e la Na Pali coast, forse la “cartolina” più famosa di tutte le Hawaii. Ma partiamo dall’inizio.
Il jet lag è ancora fortissimo, quindi ci siamo addormentati alle 7 di sera per svegliarci ad un orario giusto per partire… Le 3:40 del mattino. Aspettiamo le 6 per andare a fare colazione alla Passion Bakery, un posto che assomiglia ad una gioielleria hippie. Fanno i croisscone (croissant + scone) e dei Muffin deliziosi. Peccato che costino come un diamante di Damiani.
Direzione nord, prima che piova. Il tempo è assolutamente inclemente in questi giorni.
Maui è il mio posto nel mondo, il posticino del mio cuore, uno di quelli che se non fosse a 25 ore da casa potrebbe diventare la casa ufficiale (ah, anche se le case non costassero le milionate di dollari che costano).
L’isola ha qualcosa di magico, totalmente magnetico.
Premessa.
Quanto abbiamo comprato i biglietti per le Hawaii è andata più o meno così:
“Oddio Gianni, biglietti per le Hawaii a 500 €, voglio andare! Compriamoli! Ti prego”
“Dai, un attimo, aspetta, vediamo cosa fare, quando…”
[seguono messaggi vocali a qualsiasi ora del giorno in cui promettevo cose come andare anche a lavorare in uno strip club come cameriera pur di raccimolare più soldi possibili]
“Ops. Eh, niente, li ho comprati”
Volevamo concentrarci su Kauai e Oahu, ma l’idea di essere a due passi da Maui e non vederla mi faceva piangere il cuore. Quindi abbiamo aggiunto Maui ancora per due giorni “ma solo due”.
Risultato.
Ho insistito così tanto che Gianni ha sbagliato a prendere il volo da Maui a Molokai e alla fine nella mia isola abbiamo trascorso tre giorni pieni. Vi giuro che non era una tattica di distrazione.
Oltre a rivedere tanti posticini del cuore, rifare la Road to Hana al contrario (arriva il post, promesso), ecco 5 nuovi motivi per andare a Maui, tornarci, lasciarci il cuore.
Siamo nel piccolo aeroporto di Molokai, in attesa di prendere il nostro microvolo per Honolulu, due giorni e poi si torna a casa. Il progetto iniziale di questo viaggio alle Hawaii era “Vediamo Kauai che non abbiamo visto e approfondiamo Oahu che l’abbiamo vista male”. Poi non riuscivo a concepire l’idea di vedere Maui da lontano e non andarci, è proprio qualcosa che “mi mandava ai matti”: essere così vicino al posto che ami di più al mondo e non andarci. Come essere fuori dalla porta di una pasticceria che sforna croissant e non poterci entrare. Quindi abbiamo aggiunto Maui, e già che ci siamo andiamo a Molokai, è così vicina, ci buttiamo dentro tre giorni.
Non mi piacciono gli hippie. Putroppo (per loro) ho sempre aggiunto alla definizione di hippie le due paroline “del cazzo”, quasi come fosse un cognome, che deve andare di pari passo.
Non mi piacciono gli hippie ma sono follemente affascinata da tutto quello che è successo negli anni ’60 e ’70, da Woodstock, alla Summer of Love alla musica di quegli anni (la mia playlist è così antimoderna che rasenta il “ma stai scherzando?”). E così, mi leggo biografie cercando riferimenti su internet di facce e mettendo nelle orecchie la colonna sonora citata.
Poi amo San Francisco. Ve l’avevo detto vero? Forse quelle 90 mila volte. Andare a caccia di pezzi di storia lungo Haight-Ashbury mi rende sempre felice come una bambina dal gelataio (soprattutto se è Ben&Jerry’s, i due hippie che sono partiti proprio da lì a costruire un impero del gelato… Buonissimo, e la fabbrica è uno spasso!).
L’anno scorso allora ho deciso che era tempo di superare questa cosa e con le mie amiche abbiamo organizzato un addio al nubilato lì (oh, non il mio eh!). E mi sono riavvicinata a questa zona senza pregiudizi.
Quindi. Ecco 5 motivi per andare in zona Venezia anche se storcete il naso. Ve lo faccio passare, promesso.
1- Il tour dei bacari. Quando sono andata ho messo insieme questo post di Liz e questo della Chiara e ho fatto la mia selezione su una mappa itinerario cliccabile con il meglio (fa abbastanza ridere la nota “se ci perdiamo, ci troviamo alla tappa successiva!”). E’ da pazzi, lo so. Ma volete o no il meglio del meglio? Per gli ignoranti come me in tema veneziano, vi dico che i cicchetti sono tipo le tapas spagnole: “assaggini” da accompagnare a bicchieri di vino… Non i grappini o i bicchierini di amaro dopo cena. Il tour dei bacari lo fai in zone meno turistiche, e la sera tutto ti sembra magico.
2- La quantità di cose da poter fare gratis, alla faccia di chi dice che Venezia è maledettamente cara (sì, è cara). Oltre a tutto quello che è semplicemente cittadino e bellissimo ci sono diversi eventi davvero belli e interessanti nei posti più impensabili. Per esempio. Sapete che a Marghera (sì, a due passi dalla bella Venezia) è in corso un fighissimo festival Jazz e non solo? Nave de Vero In Jazz è un festival che ha visto sul palco (gratuito eh!) gente del calibro di Fabrizio Bosso (il 13 luglio), Al McKay’s degli Earth, Wind & Fire e Dee DeeBridgewater (maledizione, ero via il 21 luglio!). L’ultima data che resta, domani 28 luglio è Richard Galliano, virtuoso italo francese della fisarmonica che festeggia i 30 anni di carriera. Lui, erede diretto di è decisamente emozionante (se non sapete chi sono questi due, cliccate questo video: al minuto 1:44 tutto vi sarà chiaro, perchè tutti hanno sentito almeno una volta Libertango). Tutte le info su questo festival le trovate qui, e se siete in zona, vi consiglio di andare.
3- La libreria Acqua alta: anche se odiate i libri, non potrete non rimanere a bocca aperta in questo posto magico dove i gradini sono fatti di libri e ti sembra di aver fatto un passo indietro nel tempo ed essere finito in un romanzo.
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