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Viaggi

    Thailandia, Viaggi

    Un tranquillo sabato a 40 gradi

    Sono riuscita a dormire un bel po’, ma qui, come dall’altra parte del mondo, la mia giornata comincia solo se bevo almeno un caffè. Normale, americano, mischiato con schifezze varie. Sono riuscita a far partire bene una giornata anche con una zozzeria poltigliosa come il caffè vietnamita. Lo so, è effetto placebo e una dipendenza… ma almeno non fumo. Dew, la mia amica thai mi ha portata in una caffetteria in stile starbucks in cui vendevano oltre che the, matcha e caffè vari anche dei supermodernissimi e di design oggetti per la casa. Sono rimasta incantata davanti a una specie di accetta con dei fiori di ciliegio stampati sopra. Bellissima, ma non ho voglia di avere problemi in dogana.

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    Thailandia, Viaggi

    Venerdì sera Thai style

    Il mio obbiettivo a Bangkok era conoscere dentro il lifestyle dei thailandesi, e se il pensiero comune impone che passino il loro tempo mangiando riso sorridendo e cercando di prostituirsi, scopro con un grande piacere che… no, sarebbe davvero folkoristico ma, no. Loro il loro weekend lo passano nei mall, dove si mangia e soprattutto dove possono godersi il clima polare prodotto dai tanti odiati (da me) condizionatori.

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    Thailandia, Viaggi

    Un pranzo alternativo: l’esperienza di mangiare in una casa thai

    E’ RECORD!

    Uno di quei record che non serve a niente, ma non importa. Sono stata sveglia 40 ore. Ma si sa, Bangkok è Bangkok. E’ la terza volta che ci torno e ha un non so che di familiare..il casino, le bancarelle, il fatto che mi si è già bloccato il collo per i folli sbalzi termici fuori-dentro (la temperatura dello sky train sono quasi sicura venga decisa dal serial killer del camion frigo thailandese…ci sono circa 6 gradi e fuori 40!!). Casa.

    Oltretutto questa volta ho la fortuna di essere scarrozzata in giro da una splendida ragazza del posto che come regalo di benvenuto mi ha offerto un ottimo pranzo homemade a casa sua. Fantastico.

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    Russia, Viaggi

    Welcome on board…Il mio primo volo intercontinentale da sola

    Mi sono sempre chiesta con quale criterio le compagnie aeree scelgano i tuoi compagni di viaggio. Età? Nazionalità? Solo e semplice caso? Facce da panico vengono spedite tutte in fondo a destra dell’aereo?

    Nel volo che mi ha portata da da Milano a Mosca sono stata abbinata a una japanese girl (ha i tratti orientali, ma la totale assenza di gusto nel vestire le assegna automaticamente il bollino di giapponese… scopro dopo che, in effetti, veniva da Tokio) e a una russa veramente poco simpatica che ad ogni minimo movimento si attacca al sedile di fronte come di regola fa mia madre quando è seduta sul posto del passeggero.

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    Cambogia, Cina, Giappone, Pensieri qua e là, Thailandia, Viaggi

    Born free

    In quanti hanno abusato di questo modo di dire? Born wild, born to be free. Ho pure una maglietta comprata in saldo da h&m che riporta questa scritta. Un po’ ridicolo il tutto, ma incredibilmente mi sento così. Libera.

    Libera di dire quello che voglio, di fare quello che voglio, di esprimermi liberamente senza aver paura di esser fuori luogo. Libera, alla fine di essere me stessa. Read more

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    Cuba, Viaggi

    Mi sono piantata prima di iniziare…

    Ok. Mi ero ripromessa che avrei scritto costantemente e che non sarebbe stata la promessa che mi faccio continuamente legata al “andare a correre/camminare/palestra/dieta”… Eppure è bastato un intensissimo periodo di lavoro e un “piccolissimo” viaggio dall’altra parte del mondo dove internet è una fantastica utopia che viaggia a 42k (a 56k ci viaggia solo se la tirano con un calesse)… e così, le parole sono rimaste dentro.

    Gennaio è stato il mese della svolta.

    Il primo gennaio, per inaugurare l’anno nuovo, ho deciso che l’avrei fatto: avrei comprato quel biglietto.

    Fatti due calcoli e soprattutto fatti due conti, ho scelto l’andata e il ritorno da due posti diversi e lontani, e in una manciata di click ho deciso il mio destino. O perlomeno i primi 6 mesi di questo 2012.

    Ma adesso, parliamo di Cuba.

    Salsa, Che Guevara, rum, sole, mare… bla, bla, bla. Non ho voglia di parlare di roba da catalogo.

    Cuba è follia. Se solo si ha voglia di uscire dalle stradine turistiche, lontano dalla Bodeguita del medio e dai resort di Varadero.

    Perdendosi tra le strade sconnesse e piene di buche del Vedado si scoprono mercati improvvisati, “bar” che in realtà sono solo finestrelle aperte sui soggiorni delle case dove il caffè è migliore e la pizza… sorprendente. E tutto per pochi centesimi, perchè lì si paga con pesos cubani e non in CUC, i pesos per turisti che sono sempre abbinati a prezzi turistici.

    Una domenica mattina siamo capitati davanti a una chiesa metodista, in cui siamo stati accolti come persone di famiglia e abbiamo potuto assistere a una messa cantata, dove anche i vecchietti ballavano, cantando, con una gioia divertita difficile da trovare nelle austere chiese cattoliche.

    Il percorso stato intenso e focalizzato sulla parte est dell’isola, tralasciando Santiago, Guantanamo e tutta la zona più lontane da l’Havana.

    La prima tappa è stata la valle di Viñales, incantevole parco naturale, dichiarata patrimonio dell’Unesco nel 1999. Semplicemente un Eden, dove si possono scoprire i segreti dei campesinos su come avvolgere le foglie di tabacco, bere rum miele e succo di pompelmo direttamente dai frutti, gustarsi “il miglior mojito di Cuba” (peccato che in ogni bar, ristorante, casa particular, paladar o baracchino si promuovono sempre allo stesso modo…) e ingozzarsi di aragosta tutti i giorni per la folle cifra di 8 euro… pasto completo.

    Siamo ospiti di una famiglia, o meglio due (visto che siamo stati splittati su due case che, ovviamente, non erano quelle prenotate), o meglio: qui tutti sono “cugina/sorella/cognata della vicina di casa” e con un po’ di fortuna e spirito di adattamento siamo finiti in una casa particular pulita e dove la quantità di cibo è calcolata per elefanti.

    to be continued..

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