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Thailandia

    Asia, Bangkok, Thailandia

    ReLove… Bangkok

    Bangkok è un pezzo di me. Le sue strade, il suo odore, i piatti di plastica che sbattono su tavoli di metallo, lo  street food e la morning glory, è odore di incenso nell’aria calda, è il rosso dei tetti del templi, la strada che dall’aeroporto mi porta in città. E’ il traffico. Le isole felici. I monaci che ti sorridono e fanno un passo indietro. E’ la gente vestita di verde mercoledì e blu di venerdì, sono mani giunte per dire grazie, rumore di motorini e una lingua musicale che accompagna una scrittura che sembra un ricamo sulla carta.

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    Thailandia

    Riannusare l’aria di Bangkok

    1544937_10152642316773327_617190514_nA parte il volo e i compagni di volo (la ragazza nel sedile accanto a me ha vomitato per 5 ore… Figlia mia se sai che c’hai il mal d’aria fatti un risino prima di partire), e il fatto che non ho dormito nulla – in compenso ho guardato Cattivissimo me 2, che mi è pure piaciuto un sacco- la mia gioia all’arrivo era piuttosto incontenibile. Bangkok.

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    Cambogia, Cina, Thailandia, Viaggi

    Dettagli 2, sparpagliata-mente

    Pensavo a uno dei primi giorni passati in Cambogia, a Siam Reap, tornando in albergo vedo una specie di festa allestita proprio accanto alla struttura: tavoli imbanditi, persone che cantavano allegramente in gruppo tutte vestite di bianco. Pensavo fosse un battesimo o qualcosa di simile, ho scoperto invece essere una veglia funebre. Una vecchissima (era davvero avanti con gli anni!) signora ha visto che guardavo questa strana festa, mi ha osservato per un po’ e ha visto che le ho sorriso. É venuta da me, mi ha ringraziata, abbracciata… E annusata a fondo! Si, annusata. Ma é stato un gesto cosí dolce e cosí sincero che spesso lo sento ancora sulla pelle.

    A Phnom Penh mi sono fatta tagliare i capelli: sette dollari per un hair stylist balbuziente e spaventosamente pieno di tic. É stato bravissimo. Oltretutto il lavaggio (con shampoo perché senza costa meno) includeva un massaggio alla testa di circa 20 minuti oltre al lavaggio e massaggio del viso di altrettanti minuti, tutto ovviamente su una poltrona massaggiante. Divino. Parrucchieri italiani, per cortesia, aggiornatevi!

    Alcune domande irrisolte: perché tengono le unghie lunghe? In Cambogia tutte, Thailandia e Cina i mignoli. Perché? Per frugarsi dentro le orecchie?
    Ad Hangzou, intorno al lago, si vedevano qua e lá ragazzi e ragazze con una coroncina o di fiori rosa o di piccole foglie. Compleanno? Altro? Non ne ho idea!

    La mia proprietá di linguaggio in Asia é la seguente: in Cambogia ho imparato a dire aw kohn (grazie), in Cina xie xie (grazie) e ni hao (salve), in thai kòrp kun ka (grazie) e sapere che se volessi usare una forma di cortesia devo aggiungere “ka”seguendo i fondamenti dell’alfabeto farfallino. Direi che devo davvero ringraziare l’esistenza dell’inglese come lingua universale. Col giapponese mi sto impegnando peró!

    In aeroporto a Phnom Penh gli schermi dietro i banchi dei check in suggeriscono di non portare accette, maceti, batterie della macchina e taniche di benzina. Che peccato era il mio bagaglio a mano.

    In Cina e nel sud est asiatico, mangiare continuativamente e soprattutto dormire sul posto di lavoro non é considerato reato. Anzi, credo venga valutato come un punto a favore o una qualitá. Ho visto persone dormire distese sul banco al mercato tra puzze insostenibili di pesce rancido e catini di pesce vivo (Siam Reap), un ufficio turistico dove 4 su 4 stavano tranquillamente mangiando e non hanno neanche alzato la testa quando sono entrata (Shanghai), negozi in cui non riesci ad acquistare nulla perché il negoziante non si sveglia (ovunque). In Italia almeno siamo piú mimetici e la gente si imbosca.

    Nel sud est asiatico e a quanto pare anche in Cina, il livello economico di una famiglia si misura in Ferrero Rocher. Si, i cioccolatini. In pratica: se puoi permetterti una scatola da sei mediamente ricco nel paese dell’involtino primavera (per 16 cioccolatini in Cina bisogna sborsare circa 15 euro) , nella patria del pad thai per la stssa quantità di endorfina, 28 dollari. Quindi, si, se li compri sei ricco. Nei supermercati costano un po’ meno.

    In Cina, sui taxi, la gente si siede davanti, accanto al guidatore, che solitamente ha una protezione di plastica o delle sbarre di ferro che lo proteggono. Devo documentarmi sulla questione aggressione ai taxisti… Oltretutto, dato che il 98% dei conducenti non capisce neanche mezza parola di inglese, a Shanghai hanno scritto un numero che si puó chiamare dove una gentile signorina traduce la destinazione in cinese. Problem solving 10 e lode.

    Sugli autobus in Cina fanno vedere i film a tutto volume, ma non é questo il dettaglio strepitoso: quando parte l’autobus parte il film, e comincia da dove é stato interrotto nella corsa precedente. Quindi non stupitevi se vi capita di vedere transformer 2 partendo dalla scena clou, non riuscendo a capire perché quei due stan cercando di farsi fuori.

    In Cina quasi nessuno parla inglese, soprattutto nei posti poco frequentati da turisti occidentali (senza generalizzare ma neanche a Shanghai è facile comunicare), la risposta tipica è “no, no” seguita da un sacco di risate e di scambi di battutine con altre persone, risolini e quando non si danno alla fuga cominciano a parlare cinese. È tutto assolutamete normale.

    Mi soffio il naso in metro e mi guardano male, è quasi divertente.

    Entrare in una panetteria/caffetteria all’orario di apertura corrisponde a farsi venire il nervoso. Mettono tutto fuori “dopo”. Con calma.

    Soprattutto a Beijing vanno molto di moda, come accessorio, gli occhiali stile Ray Ban (ma con fiocchetto sul lato. Il dettaglio é Che li usano senza lenti… Neanche di vetro e basta, vuoti!

    La questione dei bagni
    In Cina i bagni sono un incubo quotidiano, almeno per me. Devo ammettere che sulla capillarizzazione del servizio bisogna dargli onore al merito (ci sono bagni OVUNQUE, ad ogni angolo, fermata di metro, angoli di piazza…), sulla pulizia, una disgustosa nota al demerito. Giá fanno schifo, 9 volte su dieci la puzza é violenta e nauseabonda, se si aggiungono le loro abitudini poi.. I cinesi non chiudono la porta, porca vacca! Ho visto piú persone fare la cacca nelle ultime due settimane che in una vita intera (anche se ne avessi vissute due o tre…), e poi non venitemi a dire che si puliscono perchè non é vero (nelle lunghe file ho guardato quanta gente prede la carta dal rotolone comune… Na scrollatina credo che per loro sia sufficiente). Che poi a me sia successo di tutto é un altro discorso (inclusa una che vomita nel bidone e poi mi sorride allegramente), ma il mio consiglio é “aprite sempre con cautela”… Senza troppe domande. Molta cautela.

    Ad ogni stazione della metropolitana controllano borse zaini e persone con metal detector e guardie. OGNI stazione. File, ma almeno sono controlli in piú che male non fanno.+100 punti Cina!

    Le file, queste sconosciute. In metropolitana, per entrare nel treno, la gente non lascia nemmeno uscire chi sta liberando gli scompartimenti. Fanno il tappo. E in maniera piuttosto incazzata direi.
    La scena migliore, però, potete godevela al check in degli aeroporti, quando riuscirò a mettere tutte le foto non ci sará bisogno di spiegazioni. Si ammassano, uno sopra/addosso/sotto/di fianco all’altro. E credo di aver visto qualcuno sputare sulla linea gialla da non superare per la privacy. Oppure spintonando come la peggiore delle cinesi, me lo sono solo immaginato.

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    Thailandia, Viaggi

    Dettagli qua e là

    Dettagli

    Girovagando per i mercato ho guardato una bancarella con delle scarpe e dei sandali di plastica, li ho annusati visto che da vera tossica amo il profumo della plastica che mi ricorda le palline rimbalzine di quando ero piccola, ma mi sono ritrovata ad annusare scarpe dal profumo di limone e banana (Dew mi conferma di averne un paio al caffè). Focus: scarpe di plastica abbinate a profumi chimici. Mi chiedo quale potrebbe essere l’odore di quelle scarpe dopo una giornata a camminare per le roventi strade di Bangkok. Forse è meglio non saperlo.

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    Thailandia, Viaggi

    Mercati thailandesi: la mia prima volta, accompagnata da thai

    Be Thai.

    Avevo chiesto alla mia amica di Bangkok di farmi fare tutto ciò che fanno loro, portarmi nei posti meno turistici possibili, farmi vivere Bangkok e il suo hinterland dall’interno e provare a capirne il vero movimento. Presto accontentata. Anche se su certe cose dovrei fare meno la sgaggia.

    Sveglia alle sette per andare in un mercato davvero locale lontano dalla confusione di Bangkok e da quei mercati “turistico-caratteristici”, e qui mi accorgo in un secondo netto di essere l’unica farang in un mercato di soli thailandesi. Perfetto, quello che volevo. Read more

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