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Polinesia Francese

Bora Bora: cosa fare nella più famosa isola della Polinesia Francese.

Bora Bora a mio parere NON è l’isola più bella della Polinesia Francese.

La laguna di Bora Bora è la più bella della Polinesia Francese e probabilmente di tutte le lagune del mondo conosciuto. Un mare così bello solo alle Maldive.

Ci avete mai fatto caso che non promuovono le spiagge della Polinesia ma solo il mare? Perché di spiagge lunghe e dorate non ce ne sono. C’è la magnifica laguna, e la mancanza di spiagge ha portato a costruire una quantità a perdita d’occhio di overwater. I bungalow sulla spiaggia non esistono perché non c’è la spiaggia.

L’isola è bella, non da far girare la testa, ma molto carina. Perché allora tanto successo?

Quindi, ecco tutte le informazioni se volete fare un viaggio a Bora Bora fuori dai resort e immersi nell’autenticità dell’isola.

Dove abbiamo dormito?

In un Airbnb, il più economico dell’isola (questo), ma con tutto il necessario. Stanza, tavolo, cucina, bagno con acqua calda, affacciato sulla laguna. Costo 65 € a notte. Vincent oltretutto è un Host veramente accogliente e ci ha dato un sacco di informazioni utili, tra cui la compagnia per fare l’escursione di un’intera giornata (pranzo incluso) nella laguna, a soli 80 € (ed è stata meravigliosa).

Dove abbiamo mangiato?

Avendo  dormito a Vaitapee, vi consiglio posti principalmente lì.

In assoluto il posto in cui ho mangiato il miglior tonno (di tutto il viaggio) è stato in una roulotte a Bora Bora. La trovate quasi sempre nel parcheggio vicino al porto, riconoscibilissima perché è rosa e si chiama Playboy.

Porzioni esagerate, qualità altissima, tonno commovente.

Sempre a Vaitapee proprio in centro città troverete un ragazzo che fa shaved ice e hot dogs: mi sono fermata perché era tutto in stile hawaiiano e io vengo attirata come api dal miele quando vedo una targa con scritto Hawaii. Gli hot dogs sono buoni, lo shaved ice originale. Ok, non è imperdibile ma curioso.

Passando lungo la strada che costeggia Matira Beach, si capita davanti al Bloody Mary, un ristorante storico che oltretutto ha davanti scritto l’elenco di tutte le celebrities che hanno mangiato lì, da Pierce Brosnan a Megan Fox. Non abbiamo avuto la fortuna di provarlo, ma le recensioni sono ottime.

Un altro posticino consigliato da tutti è l’Aloe Cafè, ma quando siamo andati era davvero troppo affollato (e i prezzi mi hanno lasciata un po’ perplessa).

Arrivare sull’isola

Noi ci siamo sempre mossi in aereo, e qui l’aeroporto è su una piccola isoletta (non atterri su Bora Bora ma su un Motu dedicato a quello), c’è una barca che vi porta gratuitamente sull’isola principale. Non vi preoccupate degli orari perché è più o meno sincronizzata con arrivi e partenze. Ci vogliono circa 20 minuti e quindi da Bora Bora vi conviene partire un’ora e mezza prima (anche le partenze dall’isola sono in coincidenza con i voli).

Noleggiare un’auto/scooter

In generale in Polinesia costa tanto, qui vi chiederanno anche un rene. Per noleggiare l’auto il costo è di circa 100 euro al giorno (in bassa stagione). Noi abbiamo noleggiato uno scooter per un pomeriggio ed è costato circa 50 €. Se vogliamo fare una proporzione il costo medio al giorno su Maui è di circa 50 € per l’auto. Quindi a Bora Bora costa esattamente il doppio. Vale la pena? Sì, almeno un giorno per vedere tutta l’isola anche oltre la laguna.

Alcune delle tappe girando per l’isola in scooter. Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

Alcune tappe a spasso per l’isola. Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

Alcune tappe a spasso per l’isola. Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

 

Escursione nella laguna

I prezzi sono estremamente variabili: noi abbiamo speso 10.000 CFP a persona per l’escursione giornaliera (circa 80 €) inclusiva di barca, stop al coral garden, bagno con gli squali, bagno con le mante, pranzo (abbondante) su un motu, bagno con altri squali (più grossi). Ti insegnano anche come aprire i cocchi, usarli, estrarre il latte… Oltre a tanti modi per mettere un pareo. L’escursione è stata semplicemente meravigliosa, e oltretutto il prezzo era ottimo (di solito è circa 3 volte tanto). Ovviamente il contatto diretto me lo tengo per i miei viaggiatori.

L’isola non è molto grande, quindi se vi portano e vi  vengono a prendere al porto è già una grandissime cosa.

Un po’ di storia

Insieme a Maupiti è l’isola più vecchia di tutto l’arcipelago delle Society Islands dal punto di vista della conformazione geologica. Per quel che riguarda la storia della sua popolazione, ovviamente si deve partire dai popoli nomadi (provenienti da Tonga e Samoa) del mare che arrivano qui intorno al III secolo d.c.

La parte che mi sconvolge sempre di più è che queste popolazioni nomadi del mare, viaggiavano su grandi canoe (al massimo ci stavano in 60) e riuscivano ad arrivare ovunque con le stelle, il vento, il volo degli uccelli già 1000 anni prima che li facessero gli europei. Oltretutto, diciamocelo, viaggiare nell’Oceano con delle canoe non dev’essere proprio facilissimo. Avete idea delle onde e della forza del mare aperto?

Il primo europeo che arrivò in Polinesia fu Magellano, che nel 1521 avvistò l’isola di Pukapuka (Atollo di Tuamotu), ma si perse tutte le altre 120 isole dell’arcipelago. L’olandese Jakob Roggeveen, nel 1722, è il primo europeo ad aver fatto riferimento a Bora Bora, ma non si è fermato sull’isola confondendolo con parti di Samoa. Ma perchè allora è francese?

Nel 1768 il navigatore francese Louis Antoine de Bougainville rivendicò come sue sia Tahiti che il Motu Tevairoa (è una delle isolette, i motu appunto, che circonda Bora Bora) assicurandosele in cambio di vestiti, asce, specchi e altri gingilli.

La laguna di Bora Bora vista da un motu. Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

La laguna di Bora Bora vista da un motu. Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

La laguna di Bora Bora vista da un motu. Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

Gli esploratori furono seguiti da un gruppo brutale di balenieri che portò con sé non solo alcol e armi da fuoco, ma malattie che avrebbero quasi spazzato via le popolazioni locali nella Polinesia francese. Bora Bora ha perso probabilmente fino al 40% della sua popolazione. Nelle isole Marchesi è scesa da 80.000 a 2.000 nel secolo successivo all’arrivo dei cacciatori di balene.

I missionari protestanti (inglesi) arrivarono a Tahiti nel 1797 e i cattolici (francesi) poco dopo. Iniziarono a evangelizzare le isole esterne già nel 1804 e nel 1822, Facendo un ottimo lavoro di distruzione della cultura locale, hanno raso al suolo i loro Marae (i templi), statue e qualsiasi altra traccia della cultura locale. Un applauso ragazzi.

Pare che il Capitano Cook abbia assistito ad un sacrificio umano (la vittima legata e il “prete” gli spaccava il cranio con un’ascia) e che sia anche per quello che hanno cercato di tenere solo danze, corone di fiori e musica con l’ukulele.

Ovviamente i tahitiani non si lasciarono colonizzare facilmente, e e Bora Bora si schierò al fianco di Pomare (forse la più celebre regina di Tahiti, al comando dal 1827 al 1877) che si oppose con forza al protettorato francese (che si impose nel 1842). Il suo intento era quello di unificare tutte le isole sotto il suo governo e la sua famiglia.

Era contraria alla religione protestante (accettata dal padre, Pomare II) e cercò di imporre il culto della setta locale Mamaia: i consiglieri inglesi non erano d’accordissimo e ovviamente fecero sentire la loro voce. Nel 1838 Pomare IV non diede il permesso di entrare nel regno a Caret e Laval, due missionari cattolici francesi, ma il risultato fu disastroso.

In pratica i missionari chiesero aiuto all’ammiraglio Abel Aubert du Petit-Thouard, che non vedeva l’ora di imporsi su queste isole: partì imponendosi alle Marchesi per poi arrivare all’arcipelago di Tahiti. Cercò di proporre un trattato di protettorato nel 1842, a cui la regina si oppose (ma venne firmato lo stesso). Due anni dopo la regina chiese aiuto ai britannici, per poi scappare su Raiatea, dove rifiutò qualsiasi tentativo francese di accordo. Risultato? Scoppiò una guerra civile tra chi voleva e chi non voleva il protettorato. Ovviamente vinsero i francesi con l’ammiraglio Armand Joseph Bruat, che concesse alla sovrana di tornare a Papeete se gli lasciava imporre il suo comando.

Risultato? Poteri solo “rappresentativi” per la sovrana, e il veto francese su ogni cosa. Ormai l’isola di Tahiti dipendeva da Parigi.

Nuotare con gli squali. Fatto! Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

Matira point. Matira Beach. Bora Bora guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

Bora Bora guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

La mia rinomata socialità in spiaggia. Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

Bora Bora sostenne Pomare nella sua spinta per il potere supremo su Tahiti, resistendo a un protettorato francese (stabilito su Tahiti nel 1842) finché l’isola fu annessa nel 1888 quando l’ultima regina, Teriimaevarua III, fu costretta ad abdicare. Gli isolani continuarono a resistere fino a quando l’isola fu finalmente assicurata dalla Francia nel 1895.

Facendo un salto avanti, vi interessa sapere chi ha costruito l’aeroporto e le strade?

A seguito del bombardamento di Pearl Harbor nella seconda guerra mondiale, gli Stati Uniti hanno utilizzato Bora Bora come base di rifornimento militare mantenendo una forza di rifornimento di nove navi, 20.000 tonnellate di attrezzature e quasi 7.000 uomini. Ignorando il motivo per cui la flotta era arrivata inaspettatamente, la popolazione si è riversata nelle loro canoe con bilanciere con leis floreali, come la tradizione vorrebbe per accogliere calorosamente i nuovi arrivati. Gli americani non trovando strade efficaci e acqua potabile insufficiente avrebbero costruito tutto da zero. La pista di atterraggio così costruita impiegò solo 4 mesi per costruire e fu l’unico aeroporto internazionale della Polinesia Francese fino all’apertura dell’Aeroporto Internazionale di Faa’a (a Tahiti) nel 1961. Oggi la stessa pista di atterraggio viene servita giornalmente dai voli regolari di Air Tahiti. Otto cannoni navali enormi sono stati installati in punti strategici attorno all’isola per proteggerlo da potenziali attacchi. L’isola, tuttavia, non vide alcun combattimento nel corso della guerra. La base fu chiusa nel giugno del 1946, ma molti americani scelsero di rimanere e hanno molti discendenti che vivono ancora sull’isola.

Cosa fare e vedere

La cittadina più grande (e il maggior centro abitato) di tutta l’isola è Vaitape: non è niente di che, ma ci sono tanti negozietti, vicino al porto tutte le sere si posizionano le Roulottes con il cibo e davvero sei immerso in una cittadina totalmente abitata da local, dove di turisti se ne vedono pochi già dal pomeriggio.

Noi abbiamo noleggiato lo scooter per un giorno, così da fare tutto il giro dell’isola in “solitaria”. Lo potete noleggiare all’Avis vicino al porto. Cliccando qui potete vedere tutte le tariffe.  Lo scooter, per due ore, costa 4900 CFP, cioè 41 €. Ho detto tutto.

C’è anche un altro rent a car/rent a scooter “local”, ma i prezzi sugli scooter non sono molto convenienti. L’Europecar non c’è più, anche se trovate i riferimenti online.

Partendo da Vaitape e scendendo verso sud, la prima tappa è ovviamente Matira Beach, l’unica vera grande spiaggia  di Bora Bora (e forse anche la più bella delle diverse isole). E’ davvero lunga, di sabbia bianca, c’è anche sempre una certa pace. E’ famosa anche perché qui è posizionato il traguardo della gara di Hawaiki nui (la gara annuale di canoe).

Dopo Matira Beach, la strada curva perché proseguendo di entra nella zona dell’Intercontinental Le Moana  (a titolo informativo: questo resort è uno di quelli storici, molto bello, forse un po’ datato ma è anche vicino alla spiaggia. Il costo per notte senza pasti è di circa 700 €): entrate nella vietta, perché si arriva a Matira Point. Si può passare, non è una strada privata (anche perché c’è una piccola pensione sul mare alla fine).

Qui comunque inizia la zona dei resort, ed è tutto un po’ più “ripulito”: negozietti più fashion e meno scassati, alte protezioni di cemento per la privacy… Insomma, tutto un po’ più turistico e messo bene per chi non si muoverà dalla zona. E’ la zona chiamata Maitai.

[oltretutto ad un punto c’è un cartello con scritto “fashion district”, e io pensavo fosse lì perché è la zona in cui cominciano i resort. Poi ho scoperto che era un negozio posizionato non si sa bene dove]

La strada che si snoda nella costa est è principalmente immersa nella vegetazione densissima, per arrivare poi a Fitiu Point, che regala una vista meravigliosa sulla baia. C’è anche un locale proprio sulla punta, ma purtroppo non riesco a reperire il nome (era qualcosa tipo “Canon’s…”).

Proprio in questa zona si trovano oltretutto ancora diversi cannoni navali installati durante la seconda guerra mondiale… Ma ve ne ho parlato prima.

Proseguendo sulla costa c’è Tā’ihi Point, ma non è particolarmente interessante. Nella costa ovest – prima di arrivare a Vaitapee – c’è una tappa imperdibile nell’entroterra di Faanui bay. Addentratevi  lungo la strada. Si arriva a un celebre baniano, che pare sia stato quello ad aver ispirato James Cameron nel progettare il mondo di Avatar.

Questione resort

I resort, a Bora Bora, sono davvero meravigliosi. Anche solo vederli dalla barca mentre facevamo l’escursione in laguna ti fa capire l’esagerato lusso e la bellezza senza paragoni. I più belli non sono sull’isola di Bora Bora ma sui motu esterni, quella corona di terra emersa che abbraccia l’isola. Sinceramente spero sempre che chi alloggia in questi posti favolosi, decida anche di fare un giro sull’isola perché andare dall’altra parte del mondo per stare in un hotel ai miei occhi è davvero una follia.

. Bora Bora: guida all’isola più famosa della Polinesia Francese

Sono sempre un po’ combattuta (anche se non c’è nulla da combattere): nonostante l’esperienza in un posto da sogno del genere sia di relax assoluto, credo che sia comunque un po’ artefatto. Viaggi autentici, sono sempre spartani? In un posto come la Polinesia sì.

Sono sempre combattuta tra il desiderio di viaggiare in posti favolosi (cioè: è solo un desiderio perché non credo spenderei mai 1000 € per dormire una notte in un hotel… dopo dovrei portarmi via almeno due sedie e lo specchio del bagno) e vivere esperienze autentiche ma più modeste. La mia parte borghese sta cercando di chiudere in uno sgabuzzino quella da backpacker.

Voi cosa ne pensate?

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