Dopo pochi giorni in India ti accorgi di un paio di cose.
Numero uno: secca o non secca almeno una cacca al giorno la pesti.
Numero due: quando ti soffi il naso è come essere a inquinolandia e uscirà sempre nero.
Numero tre: qualcuno avrà sicuramente tossito sul vostro naan.
Numero quattro: non esiste il silenzio. Proprio non c’è. Se non c’è musica o litanie musulmane ci sono i clacson, i rumori della strada… Non c’è un attimo per far riposare le orecchie.
Paola Annoni
La prossima volta che sento dire che “appena esci dall’aeroporto in India senti odore di morte” lo mando a fanculo. Giuro. Adesso lo posso confermare. Appena esci dall’aeroporto al massimo senti odore di chicken curry e samosa cotti dentro un olio troppo vecchio per essere considerato sano o commestibile, ma no: non c’è puzza di cadavere e non ci sono carcasse umane nei dintorni. Il nostro autista, Dave, ci aspetta fuori dalla porta, elegantissimo e con una scagazzata di uccello decorativa:proprio lì, ad altezza taschino. Welcome in India!
Ok, lo so. Il blog è a tratti un casino perchè sto mettendo insieme ancora i pezzi del cost to coast, l’ultimo giro negli Usa e adesso ho già cominciato a creare i post sull’India… ma se non fosse così, non sarebbe neanche il mio 🙂
Se è ordinato…non è certo merito mio 🙂 E non è difficile capire di chi è il merito 🙂
SI parte! India!
Sveglia puntata alle 5:45 del mattino. Colazione alle 6. Andrea che fa i turni non fa una piega (spesso la sua sveglia è puntata sulle 3 del mattino), gli altri sono leggermente provati. Io tengo botta, anche perchè andando a letto alle 10 sono sempre più di 7 ore di sonno. Litri di caffè per cercare di scongelarci visto che il termometro è fermo sui -15 gradi. Meno quindici. E siamo in New Mexico, mica in Alaska.
Primo gennaio duemilatredici. Apro gli occhi ad Alamogordo. Cittadina inutile del New Mexico dove la cosa più avventurosa da fare è andare a mangiare gratis dei pistacchi e farsi fare le foto sotto il pistacchione gigante. Ma c’è White Sands lì vicino, e questo basta. Oltretutto cominciare l’anno dispersa da qualche parte è davvero piuttosto figo.
Dal bianco della neve al bianco della sabbia… Chiricahua e White Sands
Apro gli occhi e sono giá emozionata. Oggi si torna a white sands e non riesco a capacitarmi che dopo soli 6 mesi sono ancora in uno dei posti più splendidi e stupefacenti in cui ho avuto la fortuna di mettere piede. Le ore di macchina sono tante, il tempo instabile (mettono addirittura neve!) ma oggi non è la strada che conta, è l’obbiettivo finale.
Per non farci mancare nulla, perchè i tempi non sono poi così stretti e dato che è a solo una cinquantina di km da Willcox infiliamo una deviazione ad un altro parco: il Chiricahua National Monument. Zona di strane e cilindriche formazioni rocciose dai vertiginosi equilibri (cilindri più o meno grandi “appoggiati” in maniera quasi scomposta… In pratica come una pila altissima di pancake dal diametro diverso a casaccio uno sull’altro). Nevica. Ecco quello che non mi aspettavo di trovare nel sud degli Stati Uniti: neve!
Sveglia all’alba quando la luna è ancora alta e in giro, ci siamo solo noi. Sto disperatamente cercando di disintossicarmi dal caffè e in queste situazioni è difficilissimo, riempirsi un bicchiere delle dimensioni di un vaso da notte di quella meravigliosa bevanda.. Ok, è chiaro che sono in estrema crisi d’astinenza. Cerco di calmare le mie brame di caffè con un’altra delle mie passioni perverse: gli oatmeal. Per chi non sapesse cosa sono è una specie di muesli da mangiare con il latte caldo. Il risultato è più o meno è come il pastone per il cane ma sa di mela e cannella e quindi a me piace. E poi c’è chi si butta su montagne di uova sode!