Ok, non mi sono persa e non ho abbandonato il blog, ho solo avuto un po’di problemini tipo.. Mi hanno rubato il pc (oltre che la Canon, l’ipod lo zaino e tutto il resto.. Ladri di merda!) oltre a ritrovarmi ancora una volta a scrivere sull’iPhone, aver avuto il morale sotto i tacchi per qualche giorno e non avere piú una foto. Ma eccomi!
Il post é lungo e un po’elencativo, ma il giro é stato intenso! Arrivano aggiornamenti!:)
Consigli di viaggio
E quando apri gli occhi e sai che si, quello è l’ultimo giorno, che è la penultima notte che dormirai in un letto non tuo, dopo che di letti ne hai cambiati quasi uno ogni notte per 50 giorni, che dovrai tornare a vivere la tua vita,guardare sempre la stessa parete ogni volta che stai per chiudere gli occhi…è dura. Molto dura. Il tempo ricomincia quando sei a casa, perchè il tempo del viaggio, almeno io, l’ho sempre vissuto come tempo sospeso, lontano dalla realtà, come se tutto si fermasse in attesa del
Amo Kyoto. E’ davvero piacevole e ricchissima di cose da visitare (più di Tokyo), ha un gusto retrò che mi piace…e molto. Però ha unapecca, ammettiamolo. I mezzi! Siamo in Giappone e tutto è sempre scritto nei due caratteri giapponesi prima di riuscire a capire in inglese “dove sei,dove devi scendere, più che altro ho preso l’autobus giusto?”. SI, perchè a Kyoto ci si sposta principalmente in autobus e questo lo sopporto davvero a fatica (anche perchè la linea JR qui copre ben poco e quindi dobbiamo sborsare cifre esorbitanti per qualsiasi corsa in tram o con i diversi mezzi). Pazienza dai, merita.
Sveglia ore 4:30, corsa per prendere il primo treno che ci porti al celeberrimo Tsukiji, il mercato del pesce. Ovviamente la sveglia è puntata così presto perchè chiunque vorrebbe assistere all’asta dei tonni, ma i posti sono limitati. Arriviamo alle 5:20 ma tutti i 120 posti sono già stati presi, probabilmente da agenzie che li prenotano anticipatamente sottobanco. Buca. Uffa. In teoria non si puó entrare nel mercato fino alle 9 del mattino. E cosa dovremmo fare in queste 4 ore?! Ci pensiamo un attimo mentre leggiamo tutte le regole scritte all’ingresso, che le guardie ci tengono a far rispettare.
L’ultimo giorno è riservato, come sempre, a tutte quelle cose lasciate indietro, per un motivo o per l’altro, ma che bisogna vedere per non sentirsi dire, una volta a casa, ” ma come?! Non ci sei stata?!” e quindi si parte con la visita al mausoleo di Mao. Non so bene perchè ma mi diverte vedere i leader imbalsamati. L’anno scorso ho visto lo zio Ho, in Vietnam e nonostante la solennità spaventosa (non si parla, non si ride, non si scherza, non si tengono le mani in tasca, nè dietro nè nulla… Si cammina intorno, si dà un’occhiatina e via) è stata un’esperienza non male.
Scoprire che in un ostello di 4 piani ci sono due toilette (oltretutto turche) e una doccia sola ti fa sorgere qualche dubbio sul livello di igiene generale. I cinesi si lavano un sacco, ma solo la faccia e la testa. E quando dico un sacco… È un sacco. Il ragazzo che sta usando il lavandino davanti al mio si è fregato con forza viso orecchie e capelli. Io sono andata in bagno, mi sono fatta la doccia e lavata i denti e lui era ancora lì, con la sua tazza di plastica a sciacquarsi viso orecchie e capelli in stile purificazione musulmana e a me vien da pensare che una sciacquatina alle ascelle non ci starebbe male.
Cuore della Cina, scrigno della tradizione, storia ad ogni passo… Hei, ma che brutto il primo impatto! L’autobus ci scarica in un postaccio piuttosto lontano dal centro, in un parcheggio spoglio e con spazzatura ovunque. Grigio. Appena scesi siamo, come sempre, stati assaliti dai taxisti abusivi che ci hanno “offerto” una convenientissima corsa a 200 RMB per arrivare in hotel. 25 euro?! Cosa? Cerchiamo la stazione della metro più vicina, visto che non ci eravamo accorti di esserci sopra. Costo del biglietto (che è poi praticamente il costo di qualsiasi corsa in tutta la città)? 2yuan che sono circa 25 centesimi.