Sposarsi a Las Vegas: ammettiamolo, tutti guardando The Hangover (una notte da Leoni), abbiamo desiderato fortemente di farci sposare in una cappella kitsh, magari da Elvis.
Viaggi
[Questo post è stato scritto mesi fa, su precisa richiesta. Mi sono sempre detta che non l’avrei mai pubblicato, perchè è quanto di più triste e intimo che si possa trovare in questo blog. Ho apportato alcune modifiche perchè già così, è come frugare dentro al mio cassetto delle mutande. Siate lievi.
A volte c’è bisogno di qualcuno che ti prenda per mano per tirare fuori certi scheletri nell’armadio. Questo è ora di tirarlo fuori, ora che è il momento. Se queste parole sanno di buono, dite grazie ad Andrea. Questo è il mio grazie per lui, che mi ha chiesto di scrivere.]
Bangkok è un pezzo di me. Le sue strade, il suo odore, i piatti di plastica che sbattono su tavoli di metallo, lo street food e la morning glory, è odore di incenso nell’aria calda, è il rosso dei tetti del templi, la strada che dall’aeroporto mi porta in città. E’ il traffico. Le isole felici. I monaci che ti sorridono e fanno un passo indietro. E’ la gente vestita di verde mercoledì e blu di venerdì, sono mani giunte per dire grazie, rumore di motorini e una lingua musicale che accompagna una scrittura che sembra un ricamo sulla carta.
Prima di leggere ascoltatevi questa canzone. Vi metterà nel mood giusto per questa città.